domenica, 22 Dicembre, 2024
Ambiente

L’Italia è il paese europeo con la più alta percentuale di riciclo

Riciclo sulla totalità dei rifiuti pari al 79% con una incidenza più che doppia rispetto alla media UE e ben superiore a tutti gli altri grandi paesi europei. Inoltre, è anche uno dei pochi paesi europei che dal 2010 al 2018 – nonostante un tasso di riciclo già elevato – ha comunque migliorato le sue prestazioni (+8,7%). È quanto emerge dal dossier elaborato da fondazione Symbola e Comieco, presentato nel corso dell’evento “L’economia circolare italiana per il Next Generation Eu”.

Il sistema cartario è uno dei settori industriali leader nell’economia circolare, nell’uso di risorse rinnovabili e nella capacità di riciclo: è unicamente posizionato per contribuire alla proposta di innovazioni fondamentali per la transizione verde all’interno del Next Generation EU. “Il tema del riciclo può essere ulteriormente sviluppato e arricchito. Per quanto riguarda la carta il cartone noi stimiamo che sia possibile intercettare in un futuro molto prossimo oltre 800 mila tonnellate che oggi vengono purtroppo distrutti attraverso il sistema dello smaltimento in discarica, che evidentemente rappresentano una grande opportunità dal punto di vista industriale, ma che hanno bisogno di un sistema di logistica e di impiantistica evidentemente da rafforzare”, ha detto Carlo Montalbetti, direttore generale di Comieco.

“In questo settore – ha aggiunto – abbiamo due grandi campi di intervento: quello delle innovazioni dal punto di vista della impiantistica di selezione del materiale, attraverso una iniezione importante di quello che è l’intelligenza artificiale, e la robotica”. “Altro punto estremamente importante è quello della digitalizzazione, cioè la capacità di seguire e tracciare tutto il percorso che riguarda questi rifiuti che si trasformano in materia prima e seconda. Qui abbiamo moltissimo da fare: oggi buona parte del materiale che viene processato l’interno degli impianti di selezione nel nostro Paese deve poi essere trasferito per il riciclo attraverso la gomma. Noi pensiamo che possa essere realisticamente favorito il passaggio al ferro che abbatterebbe in modo drastico la produzione di Co2. L’insieme di queste componenti – ha concluso – evidentemente può dare un risultato importante per quello che riguarda la riduzione la decarbonizzazione”.

Per Francesco Starace, Ad di Enel, “se si analizza si vede che c’è un atteggiamento sano nei confronti dello spreco, ma c’è anche una governance fatta bene che ha spinto l’innovazione nella direzione giusta”. Una governance adeguata a questo fenomeno, secondo Starace, “è importante se si considera oggi l’opportunità messa in campo dall’Unione Europea nei confronti dell’efficienza e dell’economia circolare e ci dà l’occasione di accelerare in un territorio in cui siamo decisamente all’avanguardia rispetto ad altri”.

Un’economia efficiente e un’economia ambientale più responsabile, ha detto l’amministratore delegato di Enel, “sono molto più sostenibili andando avanti. C’è una diretta relazione tra l’efficienza energetica e la circolarità della nostra economia.

La circolarità totale è ancora molto lontana ma l’esempio della della carta dimostra quanta strada si possa fare se viene messa in piedi una governance intelligente e innovazione a fattor comune all’interno di filiere. Questo – ha concluso – vorremmo che avvenisse in molte altre filiere industriali e su questo siamo impegnati come Enel all’interno della nostra attività tutti i giorni”. Ottimista anche il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani: “L’Italia già adesso è un paese guida e questo rinforza enormemente l’idea la speranza che anche grazie al Recovery Plan, possa assurgere al ruolo di esempio a livello globale in questo settore così importante per il futuro.

Le prospettive ci fanno capire quanta strada ci sia ancora da percorrere, ma direi che il quadro italiano è di assoluta leadership internazionale e di assoluto valore: ricicliamo circa il doppio dei materiali rispetto alla comunità europea e siamo certamente più circolari dei nostri colleghi europei. Numeri importanti – ha continuato – che dimostrano quanta strada sia stata fatta.

Questo è certamente una dimostrazione di responsabilità da parte degli italiani, degli imprenditori, delle amministrazioni e anche una dimostrazione della visione che il nostro Paese ha avuto in tempi non sospetti quando ancora nessuno lo diceva”. “Ci si potrebbe sedere sugli allori, invece c’è un margine di miglioramento e c’è una grande volontà di migliorare”. Il ministro ha poi promesso che “nel Recovery Plan faremo tutto il possibile per fare in modo che questa grande tradizione italiana e questa leadership si rinforzi e si confermi.

Ci impegneremo perché il Pnrr possa consentire questa ulteriore accelerazione e di mantenere il gap rispetto alla concorrenza: dobbiamo essere i primi della classe e questa sarà una nostra prerogativa nei prossimi anni”, ha concluso.

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