Il riscaldamento globale che sta modificando il clima terrestre desta grande preoccupazione. Impatta fortemente su settori vitali della nostra società: risorse idriche, agricoltura, salute umana, equilibrio degli ecosistemi.
E soprattutto, in un sistema interconnesso come il nostro, ciò che interessa direttamente una regione, colpisce indirettamente anche un’altra, causando ripercussioni a livello planetario.
L’agricoltura rappresenta uno dei settori maggiormente coinvolti nel cambiamento climatico.
I DANNI DELLA SICCITÀ
La Coldiretti, rifacendosi al rapporto FAO sugli effetti delle calamità naturali in agricoltura, non nasconde le sue preoccupazioni in riferimento ai gravi danni causati dalla siccità, definendolo “l’evento climatico avverso più rilevante per l’agricoltura italiana con danni stimati in media in un miliardo di euro all’anno soprattutto per le quantità e la qualità dei raccolti”.
L’Italia, pur restando un Paese piovoso, con circa 300 miliardi di metri cubi d’acqua l’anno, riesce a immagazzinarne solo l’11% a causa di carenze infrastrutturali.
“Un lusso che – secondo la Coldiretti – non ci si può permettere in una situazione in cui, con l’emergenza Covid, l’acqua è centrale per garantire l’approvvigionamento alimentare in uno scenario globale di riduzione degli scambi commerciali, accaparramenti e speculazioni che spingono la corsa dei singoli Stati ai beni essenziali per garantire l’alimentazione della popolazione. La conferma della strategicità del settore con i prezzi dei prodotti alimentari che a febbraio 2021 hanno raggiunto a livello mondiale il massimo da quasi sette anni”.
L’AGRICOLTURA MADE IN ITALY
Dal report realizzato dal Crea con il suo Centro Politiche e Bioeconomia, “L’Agricoltura italiana conta 2020”, emerge che l’agricoltura made in Italy è prima in Europa per valore aggiunto e terza per produzione lorda vendibile.
“Con oltre 522 miliardi di euro, il sistema agroalimentare italiano rappresenta il 15% del PIL nazionale”, ha ricordato Giuseppe L’Abbate, sottosegretario alle Politiche Agricole.
L’emergenza causata dal Covid-19, facendo schizzare le quotazioni dei beni alimentari, ha evidenziato quanto già noto: il forte valore strategico che ha il cibo e l’importanza di garantire sicurezza e qualità.
Caratteristiche che sicuramente afferiscono ai nostri prodotti; proprio per questo bisogna agire sulle fragilità del sistema agricolo italiano, per non vanificare la sua supremazia.
LA PROPOSTA DELLA COLDIRETTI
“Per cogliere una opportunità unica abbiamo elaborato e proposto per tempo un progetto concreto immediatamente cantierabile per risparmiare l’acqua, aumentare la capacità di irrigazione e incrementare la disponibilità di cibo per le famiglie”, afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini.
L’idea è di realizzare una “rete di piccoli invasi con basso impatto paesaggistico e diffusi sul territorio, privilegiando il completamento e il recupero di strutture già presenti, progettualità già avviata e da avviarsi con procedure autorizzative non complesse, in modo da instradare velocemente il progetto complessivo e ottimizzare i risultati finali”.
Laghetti costruiti senza cemento in grado di immagazzinare “l’acqua e distribuirla in modo razionale ai cittadini, all’industria e all’agricoltura, con una ricaduta importante sull’ambiente e sull’occupazione. Un progetto ideato e ingegnerizzato e poi condiviso con Anbi, Terna, Enel, Eni e Cassa Depositi e Prestiti con il coinvolgimento anche di Università” che, tutelando e valorizzando i territori, oltre a garantire un risparmio del 30% di acqua, si inserisce nel piano di transizione verde e di Sviluppo sostenibile, così come previsto dall’Agenda 2030.