Una massa planetaria di miliardi di utenti, un vortice di contatti on line e di ore passate sul telefonino, su internet, su you tube, a guardare ininterrottamente piattaforme streaming, giochi, scelte commerciali, notizie, video. Internet festeggia 30 anni con una previsione per fine 2019: tutti gli utenti sommando collettivamente le ore arriveranno a 1.2 miliardi di anni passati davanti ai video.
I numeri, partendo dall’Italia – 55 milioni di connessioni Internet – sono quelli di una rivoluzione radicale nel rapportarsi al mondo, su come informarsi, sui modi di ragionare, agire e percepire (falsificare) la vita reale. Lo scenario digitale 2019 è l’apoteosi di tutto ciò che è in bilico tra immaginario e realtà, tra vero e falso, tra azione e passività.
Tra vita vissuta e isolamento, tra il vivere sociale e la solitudine. I numeri spiegano meglio delle parole come ormai si possa vivere – forse nemmeno più accorgendosene – in una bolla virtuale che diventa sempre più reale e invincibile, fatta di immagini e sensazioni che appaiono insostituibili per la massa degli individui. Partiamo dall’Italia.
“Sono quasi 55 milioni gli italiani ad accedere ad internet, vale a dire oltre 9 su 10, in forte incremento”, commentano gli analisti di We Are Social, nel presentare Digital 2019 il report che scandaglia tutto il vastissimo mondo di Internet, “si è registrata un’ulteriore crescita di utenti di piattaforme social, ora 35 milioni, +2,9% rispetto all’anno precedente, con ben 31 milioni di persone attive su queste piattaforme da dispositivi mobili”.
La fruizione di questi mezzi tecnologici assorbe ore di ascolto, lettura, e soprattutto, la visione di ogni fenomeno. “Passiamo oltre 6 ore al giorno connessi – di cui circa un terzo sui social – contro le meno di 3 in cui guardiamo la tv. Quasi 9 persone su 10 accedono ad internet almeno una volta al giorno: in breve, 6 ore al giorno, tutti i giorni, quasi tutti.
Importantissimo lo stream di contenuti: il 92% degli italiani infatti guarda video online, il 43% effettua streaming da tv connesse”. A livello globale il report di We Are Social realizzato assieme ad Hootsuite, è il racconto della nascita di un impero digitale, che lo si può osservare e commentate da più punti, dalla critica feroce alla adesione incondizionata. Resta comunque un fatto inedito nella storia sociale ed economica, sensoriale dell’umanità perché si esprime su una adesione planetaria.
Un consenso se non una devozione verso l’armamentario tecnologico che si apre a interpretazioni contraddittorie sul futuro: dalle distopie tipo Blackmirror, al suo contrario perché già oggi la tecnologia aiuta a vivere milioni di persone. Uno sguardo alle dimensioni planetarie. “Su scala globale, abbiamo registrato nel 2018 un forte incremento dell’utilizzo del web”, riferiscono gli analisti di We are Social, “con oltre un milione di nuovi utenti ogni giorno: possiamo affermare che gli originali “Next billion users” sono ora tutti online”.
Le cifre raccontano che 5,11 miliardi di utenti mobile al mondo, un incremento di oltre 100 milioni rispetto all’anno precedente. Ci sono 4,39 miliardi di utenti internet al mondo, un incremento di oltre 366 milioni rispetto all’anno precedente. Attivi 3,48 miliardi di utenti social, un incremento di oltre 288 milioni rispetto all’anno precedente; di questi, 3,26 miliardi di utenti che accedono alle piattaforme social da mobile, un incremento di 297 milioni rispetto all’anno precedente.
Tornando in Italia, l’utente Internet si apre a nuove esperienze. “Anche il mondo gaming è assolutamente da non sottovalutare”, osservano a We are Social, “un italiano su 6 gioca in modalità streaming live, mentre l’11% guarda altri gamers giocare online, il 5,4% in relazione a campionati di e-sports.
Prende piede anche la tecnologia voice: il 2018 ha visto il rilascio sul mercato italiano sia di Google Home, in Marzo, sia di Amazon Echo, in Ottobre. Il risultato?”, si interroga We Are Social, “Quasi un italiano su tre utilizza regolarmente le funzioni di ricerca vocale o comandi vocali”. Il capitolo Social è il più ricco di presenze e di aspettative, per la sua influenza in più campi, dal commercio alla politica, e nella ibridazione di più sistemi “narrativi” dal momento che il politico si senta più pubblicitario che portatore di valori e interessi che possono anche non piacere al popolo di Internet. Fatto che la dice lunga su come i Social siano per molti un gioco di specchi, di “differenziazione”, forse di maschere, l’utente medio usa sette profili che rimbalzano sulle diverse piattaforme.
Questo il panorama dei numeri Social. “Oltre 35 milioni gli italiani attivi sulle piattaforme social, 31 milioni da mobile”, elenca We Are Social, “il 98% di questi è user almeno su base mensile, e partecipano attivamente tre italiani su 4. Il tempo speso su base quotidiana è di poco inferiore alle 2 ore.
YouTube e Facebook – sia come piattaforma, sia soprattutto come ecosistema in senso più ampio, includendo quindi WhatsApp, Messenger, Instagram – continuano a dominare il panorama delle piattaforme social più utilizzate nel nostro paese. Vale comunque un principio di differenziazione già registrato negli anni scorsi: abbiamo infatti in media profili su oltre 7 piattaforme social diverse”.
Fuori dai “big 2” non sorprende vedere Twitter e LinkedIn su cui sono attivi rispettivamente il 32% e 29% della popolazione italiana, mentre verticalità come Snapchat, utenza più giovane e WeChat, fortissimo sulla comunità cinese; si attestano entrambe di poco sopra il 10%”. Per le caratteristiche proprie dei sistemi e per la comunità che vive in simbiosi con mezzi e piattaforme tecnologiche virtuali si parla di “ecosistema”, come nel caso di Facebook. Per We Are Social: “All’interno dell’ecosistema Facebook la fascia d’età 25-34 risulta essere la più presente, seguita da quelle 35-44 e 45-54, dato su cui influisce sicuramente la fortissima penetrazione di WhatsApp come piattaforma di messaggistica regina in Italia”.
C’è poi il capitolo dell’intrattenimento che rappresenta un punto di riferimento degli utenti italiani che trascorrono ore davanti ai video alla ricerca di qualcosa di emozionante.”È evidente come l’Italia sia un paese i cui utenti internet e in particolare social cerchino in essi svago e divertimento, su molte piattaforme diverse 7,4 in media; e per molto tempo: 6 ore online, quasi 2 sui social, ogni giorno”. Un gioco di cui le multinazionali e sistemi commerciali sono ghiotti perché così possono indirizzare e influenzare meglio gli acquisti.
“Per le marche è – e sarà sempre più – fondamentale in primis conoscere queste persone”, fa presente We Are Social, “al fine di apprenderne i pattern comportamentali in continua evoluzione, e quindi raggiungerle con un approccio strategico alla distribuzione che sia in grado di soddisfare le esigenze degli utenti stessi: contenuti ed esperienze che stimolino conversazione e non vengano percepiti come interruzione”. Proprio per rendere il tutto più levigato e senza intoppi prende sempre più piede la narrazione di piccole storie.
“In questo senso”, puntualizzano i ricercatori di We Are Social “è l’esplosione del formato stories che abbiamo visto nel 2018. Si tratta di un fenomeno che non è destinato a fermarsi”.
Infine le proiezioni che sono tutte indirizzate verso la crescita di contatti, di sistemi che saranno più innovativi, seducenti e che coinvolgeranno miliardi di persone. “Anche sul piano globale continua ininterrotta la crescita della popolazione connessa: i 4,39 miliardi di persone registrati quest’anno sono più del doppio dei 2,08 miliardi del nostro primo Global Digital report del gennaio 2012.”Non male per il web, che quest’anno spegne 30 candeline.
“Non sono naturalmente cambiati solo i tassi di utilizzo, ma anche le modalità”, fa infine presente We Are Social, “6 ore e 42 minuti è infatti il tempo che l’utente medio spende online ogni giorno, leggermente in calo rispetto all’anno scorso (-7 minuti) legato in parte all’utilizzo ancora limitato che ne possono fare i nuovi utenti, mentre i “veterani” e i nativi lo utilizzano anche più di 100 volte al giorno. Un rapido calcolo ci porta quindi a prevedere che nel 2019 staremo collettivamente online per 1,2 miliardi di anni”.