domenica, 15 Dicembre, 2024
Politica

Conte: morte e trasfigurazione dei 5 Stelle

“Elevato” o non elevato che sia, secondo il lessico esoterico di Grillo, Giuseppe Conte è stato ufficialmente investito dal fondatore e padre padrone del Movimento 5 Stelle di un compito storico: seppellire quel che resta del Movimentoe far nascere una nuova creatura politica.

In questa doppia veste di becchino e levatrice, Conte , finora descritto dai suoi detrattori come un grigio parvenu della politica, dovrà inventarsi tutto. Ma sarà in buona compagnia con la mente del fu-Movimento, un altro Giuseppe.

Grillo da due anni in qua mostra un talento politico che nulla a che vedere col suo passato di agitatore di folle e di comico che usa i trucchi del mestiere per far esplodere i mal di pancia in  boati  devastanti.

Dopo la crisi del Conte 1, Grillo ha tirato fuori una  grande duttilità e una estrema attenzione alla concretezza della politica. Nulla a che vedere con la chiusura mentale di quei  leader talmente gelosi della propria creatura da non vederne i difetti.

Da tempo il fondatore dei 5 Stelle ha capito che l’armata che aveva messo in piedi per le varie crociate si stava trasformando in un coacervo di squadriglie fuori controllo, alcune delle quali prive di qualsiasi  contatto con la realtà.

Non sappiamo se Grillo ascolti i consigli di qualcuno. Buon per lui se lo fa. Certo non si può dire che non abbia chiaro in mente che i 5 Stelle sono al capolinea e che è ora di sbaraccare e costruire una nuova casa in cui non entreranno tutti quelli che finora facevano parte della grande famiglia.

La rottura con Casaleggio e Di Battista

 Primo fra tutti il figlio di Casaleggio che, privo del carisma e delle visioni del padre, è diventato un serio problema per i 5 Stelle. La piattaforma Rousseau da gioiosa metafora di una improbabile democrazia diretta digitale si è trasformata in un oneroso corpo separato  del Movimento che agisce come una repubblica indipendente. Intollerabile per Di Maio e Grillo.

Non sarà un figliol prodigo Alessandro Di Battista che nella nuova casa difficilmente metterà piede insieme a tanti fuoriusciti. Cercherà di dar vita ad un manipolo di “duri e puri” ma dovrà fare i conti con i capestri della legge elettorale.

Conte eredita un Movimento fiaccato non solo da polemiche ma anche da numeri in forte discesa . Dal 33% del 2018 il consenso oggi si aggira intorno al 15%.

Dei 331 parlamentari eletti tre anni, sono andati via in 90 e  rimasti 241: 165 dei 222 deputati e 76 dei 109 senatori.

A fronte di questo disastro i sondaggi  indicano una possibile ripresa di 6 punti per un nuovo Movimento guidato da Conte, a spese del Pd. E’ tutto da vedere. A differenza del Pd che si ostina a tenere in piedi un marchio logoro, un ‘immagine statica e un gruppo dirigente chiuso in se stesso, Grillo immagina per la prossima creatura guidata da Conte un nuovo nome, un nuovo simbolo che includa il 2050, anno della decarbonizzazione totale dell’Europa e, sicuramente, un gruppo dirigente più ampio e aperto di quello attuale.

Curare le ferite della società non strumentalizzate

 Senza il peso di Casaleggio e Di Battista Conte dovrà dare una identità credibile al nuovo partito, trasfigurare quel che resta del vecchio Movimento in un soggetto nuovo meno estremista e confusionario e più attento al buon senso della gente comune. Certo, diventare “moderati”, “liberali”, “garantisti” dopo una crisi devastante come quella della pandemia  non è semplice per chi era abituato a gettare benzina sul fuoco del malcontento  e a cavarsela  dicendo sempre e solo No.

Il nuovo partito dovrà essere propositivo e capace di lavorare sulle macerie della grande crisi pandemica non per lucrare voti facili ma per gestire la ripresa economica  in modo da curare le gravi ferite della parte più debole della società.
Compito arduo.

Conte godrà del vantaggio che spetta al medico  chiamato a guarire un malato E sicuramente avrà mani libere. Non ci saranno gelosie nei suoi confronti da parte dell’élite dirigente dei vecchi 5 Stelle. Per vari anche nobili motivi. Non ultimo uno meno nobile: grazie a Conte e al cambiamento del nome, decadranno le vecchie regole dei 5 Stelle sul divieto di un terzo mandato. Tutto ripartirà da zero e i maggiorenti  che finora hanno guidato il Movimento potranno dormire sonni tranquilli.

Fonte foto: (oggiscuola.com)

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