Una delle sfide più difficili è soddisfare il crescente fabbisogno di cibo sano e accessibile, riducendo, al contempo, l’impatto ambientale dell’agricoltura.
Per raggiungere obiettivi così ambiziosi è vitale riconoscere l’interdipendenza di ogni singola componente: dalle risorse agroalimentari, ai mezzi di sussistenza, al benessere delle persone fino alla conservazione delle materie prime.
È fondamentale tracciare un percorso che veda partecipi tutti gli individui, guidati dalle istituzioni e supportati dall’innovazione, dalla tecnologia e dai dati.
FAO: Lectio Magistralis di Qu Dongyu
Il 25 febbraio, ai Colloquia on Science Diplomacy organizzati dell’Accademia Nazionale dei Lincei è intervenuto Qu Dongyu, direttore generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura, con una Lectio Magistralis dal titolo “Trasformazione dei Sistemi Agroalimentari: dalla Strategia all’Azione”. L’evento speciale è stato introdotto da Giorgio Marrapodi, direttore generale della Cooperazione allo sviluppo del ministero degli Esteri e moderato dal professor Wolfango Plastino, presidente dei Colloquia on Science Diplomacy.
Durante il suo intervento Qu Dongyu ha sottolineato l’importanza di un approccio sistemico che coinvolga la politica, i modelli di business, e la cultura.
«Una riorganizzazione olistica dei sistemi agroalimentari mondiali può portare un enorme contributo al raggiungimento degli obiettivi globali, come sconfiggere la fame entro il 2030.
Trasformare i sistemi alimentari – ha affermato il D.G. della FAO – è uno degli strumenti più potenti a nostra disposizione per cambiare direzione, progredire verso la realizzazione dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile e ricostruire al meglio dopo la pandemia da Covid-19. Una migliore produzione richiede di assicurare percorsi di produzione e consumo efficienti e sostenibili e filiere agroalimentari inclusive a livello locale, regionale e globale. L’agricoltura digitale, – ha proseguito – l’attenzione ai piccoli produttori e all’innovazione verde sono tutti elementi chiave del progresso in questo ambito».
I numeri della malnutrizione
«Ci sono 821 milioni di persone che soffrono la fame o la malnutrizione, 123 milioni soffrono di insicurezza alimentare causata dalle crisi, con l’80% di estrema povertà nelle aree rurali» ha dichiarato Giorgio Marrapodi.
Come ha ricordato Qu Dongyu, un bambino su cinque è rachitico, tre miliardi di persone non possono permettersi una dieta sana e una persona su dieci non ha accesso a cibo salubre.
Numeri agghiaccianti, soprattutto se si considera l’ingente quantità di cibo che va sprecata ogni anno nel mondo.
Sostenibilità ed economia inclusiva
Soprattutto in seguito alla pandemia, si è rafforzata l’idea di una stretta connessione tra il benessere dell’ambiente e il benessere degli individui. L’approccio, pertanto, che si sta tentando di infondere è rivolto alla sostenibilità e all’inclusione. A tal proposito, Qu Dongyu e Marrapodi hanno ricordato le iniziative “Hand-in-Hand” per sostenere la trasformazione rurale, sistemi alimentari urbani e sistemi agroalimentari resilienti attraverso investimenti appropriati, e “Food Coalition”, per creare un sistema alimentare resiliente e sostenibile.
«Un migliore ambiente significa proteggere, ripristinare e promuovere l’uso sostenibile degli ecosistemi terreni e marini, promuovere un ambiente favorevole ai sistemi agricoli, e combattere i cambiamenti climatici – ha affermato Qu Dongyu –. Tutelare la biodiversità, incluso la biodiversità agricola e la diversità delle diete, è un importante stimolo all’azione in questo senso. Una vita migliore può essere raggiunta riducendo le iniquità tra aree urbane e rurali, ricchi e poveri, uomini e donne, e promuovendo una crescita economica inclusiva – e ha concluso –. Questo può essere favorito anche dalla lotta alle perdite e agli sprechi alimentari e assicurandosi che i mercati e il commercio siano liberi e accessibili a tutti».