“Il barbaro agguato contro i nostri connazionali ha generato nei partner internazionali solidarietà e profonda commozione”.
Lo ha detto il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, nella sua informativa alla Camera sull’attacco in Congo.
“L’imboscata – ha aggiunto Di Maio – è avvenuta in una regione dal contesto securitario assai fragile, in un paese che incarna alcune delle contraddizioni del continente africano, enormi ricchezze naturali, povertà e violenza”.
Il ministro degli Esteri ha ripercorso le fasi dell’agguato, ricordando che “la mattina del 22 febbraio” il convoglio del Pam “su cui viaggiavano l’ambasciatore e il carabiniere è stato attaccato da uomini dotati di armi leggere”, ha detto.
“In base alle prime ricostruzioni – ha evidenziato -, che devono essere sottoposte al vaglio degli inquirenti, la prima autovettura del convoglio del Pam su cui viaggiavano le vittime sarebbe stata oggetto di colpi d’arma da fuoco”. Di Maio ha ricordato che il convoglio, di cui “facevano parte anche cinque membri del Pam”, è stato attaccato “alle 10.15”. “Il gruppo, formato da sei elementi – ha aggiunto -, avrebbe costretto i mezzi a fermarsi ponendo ostacoli sulla strada” e sparando “alcuni colpi di arma leggera in aria”.
“L’impegno della Farnesina – ha sottolineato Di Maio – ha consentito il rientro delle salme in tempi rapidi. I risultati dell’autopsia, effettuata al Gemelli, saranno inviati alla procura”, ha aggiunto.