Giuseppe L’Abbate, 35 anni, laureato in Informatica, è deputato della Commissione Agricoltura di Montecitorio dal 2013, già Sottosegretario presso il Ministero delle Politiche Agricole del Governo Conte II, dal settembre 2019 al febbraio 2021. Con l’Onorevole abbiamo dato vita ad una rubrica a cadenza mensile denominata “Dal Parlamento alla Tavola” in cui verranno illustrate le novità legislative e le nuove opportunità messe in campo dal Mipaaf per le filiere agricole e l’intero comparto agroalimentare nazionale.
Una pianificazione all’altezza delle aspettative non può che partire da una analisi approfondita e ragionata dello scenario di mercato. Per questo, servono più dati e informazioni possibili. Proprio per progettare un nuovo futuro per il comparto cerealicolo italiano e dargli prospettiva, nell’ultimo periodo sono intercorse importanti novità.
La prima riguarda l’avvio della Commissione sperimentale nazionale (Csn) sul grano duro avvenuta dopo una lunga operazione di concertazione portata avanti sin dal 2015, ovvero dall’approvazione di una mia proposta normativa. Il primo incontro in videoconferenza, dove ho avuto l’onore di aprire i lavori, si è svolto lo scorso 3 febbraio, con il coordinamento della Borsa Merci Telematica Italiana.
La riunione tra le associazioni agricole più rappresentative nel settore produttivo cerealicolo (Coldiretti, Confagricoltura, Cia, Copagri e Liberi Agricoltori) e la parte agroindustriale di Italmopa è stata finalizzata alla condivisione della bozza di regolamento del funzionamento della Commissione, che mira a divenire un luogo di confronto tra produttori e trasformatori. La Csn può essere uno strumento cruciale in mano alla filiera per la rilevazione dei prezzi delle varie tipologie di grano duro: luogo di incontro in grado di incentivare le sinergie tra la parte produttrice e quella della trasformazione. L’obiettivo è quello di affrontare e risolvere, assieme agli operatori del settore, le questioni aperte favorendo il dialogo nella filiera, nell’interesse nazionale.
L’altra grande novità è Granaio Italia, introdotto con un emendamento del deputato Luciano Cillis (M5S) all’ultima Legge di Bilancio. La norma ha come obiettivo quello di consentire un accurato monitoraggio delle produzioni cerealicole presenti sul territorio nazionale. In pratica viene estesa l’esperienza vincente dei registri telematici di vino e olio di oliva al settore cerealicolo e delle farine. Da quattro anni, infatti, gli operatori vinicoli e oleicoli registrano online le movimentazioni del prodotto, con risultati eccellenti sia sotto il profilo del mercato che della tutela delle produzioni commercializzate. Ogni settimana, il Ministero delle politiche agricole può, infatti, emettere i report “Frantoio Italia” e “Cantina Italia” che consentono agli operatori di conoscere, a livello territoriale, gli stock di prodotto esistenti classificati per le diverse tipologie. L’impatto dei registri in termini di trasparenza del mercato e stabilità dei prezzi, oltre che di lotta alle frodi è ormai fuori discussione. La Legge di Bilancio 2021 ha, quindi, riproposto lo stesso schema per un settore la cui volatilità di mercato è nota e per il quale la conoscenza degli stock di mercato è chiaramente insufficiente e che, negli ultimi anni, ha visto una specifica normativa nazionale in materia di etichettatura di origine. L’obiettivo è quello di giungere, dunque, al medesimo livello di analisi degli altri settori, potendo contare sulla piena conoscenza del Granaio Italia.
In sintesi, la disposizione prevede che chiunque detenga, a qualsiasi titolo, cereali e farine di cereali, è tenuto a registrare in un apposito registro telematico istituito nell’ambito dei servizi del SIAN (il Sistema informativo agricolo nazionale), tutte le operazioni di carico e scarico, se la quantità del singolo prodotto supera le 5 tonnellate annue. Ovviamente, gli intenti sono quelli di scongiurare gli aggravi burocratici: come abbiamo già avuto modo di ribadire, attraverso un confronto che ci auguriamo proficuo e collaborativo con le associazioni di categoria, si punterà a semplificare al massimo le operazioni di registrazione di carico e scarico dei prodotti. La già citata esperienza dei registri di vino e olio di oliva sarà preziosa in tal senso; già oggi infatti gli operatori di questi settori possono caricare autonomamente i dati sui registri utilizzando direttamente il loro sistema informativo aziendale, che in modalità web-service consente l’adempimento automatico.
Trasparenza sul mercato, gestione degli stock in funzione della sicurezza alimentare e valorizzazione dei prodotti grazie alla maggiore certezza della loro origine sono, dunque, valori che la norma protegge. Il monitoraggio, con la certezza dei quantitativi conferiti, unita ai riferimenti oggettivi di prezzo – al cui rilevamento lavorerà la Commissione sperimentale nazionale sul grano duro – saranno gli elementi chiave per un tavolo di lavoro che possa accomunare gli istituti bancari e i protagonisti della filiera al fine di elaborare strumenti finanziari e di accesso al credito a sostegno delle imprese, come accade ad esempio per il vino con il cosiddetto “pegno rotativo”.
Avere a disposizione dati aggiornati, inoltre, permetterà al Ministero delle Politiche agricole di elaborare un Piano cerealicolo concreto e rispondente alle esigenze della filiera, che possa beneficiare così di adeguate risorse finanziarie e indirizzare la ricerca scientifica verso le reali esigenze del settore.
L’INCIDENZA DEL SETTORE CEREALICOLO SELL’ECONOMIA ITALIANA
Per comprendere lo scenario in cui le innovazioni normative di “Granaio Italia” e “Csn grano duro” si innestano, è importante dare uno sguardo ad alcuni dati rilevanti per il comparto cerealicolo. Il valore della produzione ai prezzi di base del totale cereali (fonte Ismea, 2019) ammonta a 3.746 milioni di euro ed è pari al 12,7% delle coltivazioni agricole. Le produzioni cerealicole più rilevanti sono frumento duro, mais, frumento tenero e orzo che, nel complesso, rappresentano l’82% del valore totale del comparto cerealicolo. Le agroindustrie del settore muovono oltre 20 miliardi di euro: 7,1 quella mangimistica, 4,3 quella molitoria, 5 milioni l’industria pastaia mentre 5,5 l’industria dei prodotti da forno. Il comparto cerealicolo è rilevante anche nel biologico con bene 330.284 ettari coltivati, dove il grano duro rappresenta il 6% del totale bio in termini di superfici.
I PREZZI E I CONSUMI DEI CEREALI
La volatilità dei prezzi dei cereali continua ad essere una caratteristica del settore. A ciò, come illustrato, potrà essere concretamente d’aiuto quantomeno per il grano duro la Commissione sperimentale nazionale avviata ad inizio febbraio. Dal punto di vista del mercato, invece, dopo il timido +0,5% del 2019, la spesa domestica delle famiglie per il comparto dei derivati dei cereali è cresciuta del 3,2% su base annua nei primi nove mesi del 2020. La crescita è stata determinata dalle vendite di pasta (+9,2%) ma soprattutto farine (+41%), prodotto che in alcune settimane è stato introvabile sugli scaffali per le difficoltà di riassortimento dopo l’inaspettata crescita della domanda. La riscoperta della preparazione casalinga dei pasti ha pesato sulle vendite di pane, diminuite di quasi il 10% sul livello dei primi nove mesi del 2019. Sul fronte estero, l’export di cereali, riso e derivati è aumentato del 12% sia in volume sia in valore, con un aumento delle spedizioni oltreconfine di pasta di ben il 27% in più sul valore e il 22,4% in più sul volume.
CASA PREVEDE LA NORMA DI “GRANAIO ITALIA”
Il monitoraggio dei cereali sul territorio nazionale è stato introdotto con i commi 139-142 dell’articolo 1 della Legge 178 del 2020 (Legge di Bilancio). Vediamo nel dettaglio cosa prevedono:
139. Allo scopo di consentire un accurato monitoraggio delle produzioni cerealicole presenti sul territorio nazionale, anche in funzione del raggiungimento degli obiettivi di cui all’articolo 39 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, chiunque detenga, a qualsiasi titolo, cereali e farine di cereali, è tenuto a registrare, in un apposito registro telematico istituito nell’ambito dei servizi del Sistema informativo agricolo nazionale (SIAN), tutte le operazioni di carico e scarico, se la quantità del singolo prodotto supera le 5 tonnellate annue.
140. Le operazioni di carico e scarico per vendita o trasformazione di cereali e di sfarinati a base di cereali, di provenienza nazionale e unionale ovvero importate da Paesi terzi, devono essere registrate nel supporto telematico di cui al comma 139, entro sette giorni lavorativi dall’effettuazione delle operazioni stesse.
141. Le modalità di applicazione dei commi da 139 a 142, per i quali sono previsti oneri pari a 1 milione di euro per il solo anno 2021, sono stabilite con decreto del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, da emanare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge.
142. Chiunque, essendo obbligato, non istituisce il registro previsto dal comma 139, è soggetto alla sanzione amministrativa pecuniaria da euro 5.000 a euro 20.000; si applica la sanzione amministrativa pecuniaria del pagamento di una somma da 1.000 euro a 5.000 euro a chiunque non rispetti le modalità di tenuta telematica del predetto registro stabilite con il decreto di cui al comma 141. Nel caso in cui le violazioni di cui al presente comma riguardino quantitativi di cereali o farine di creali non registrati superiori a 50 tonnellate, si applica la sanzione accessoria della chiusura dello stabilimento da sette a trenta giorni. Il dipartimento dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali è designato quale autorità competente alla irrogazione delle sanzioni amministrative pecuniarie previste dal presente comma.