“Ho fiducia nel nuovo governo ma raramente ho a che fare con politici che abbiano contezza di quanto sia strategica l’intera filiera alimentare e la grande distribuzione.
Ad esempio serve subito omogeneità di interventi. Il ginepraio di norme, spesso su base regionale o provinciale, andrebbe archiviato una volta per tutte mettendo mano al titolo V della Costituzione”.
Cosi’, in un’intervista al Corriere delle Sera, l’Ad di Conad Francesco Pugliese, per il quale “serve almeno un viceministro dello Sviluppo che s’intesti il tema” del commercio e dei pubblici esercizi.
“La grande distribuzione vale 240 miliardi di fatturato all’anno, produce 33 miliardi di valore aggiunto, negli ultimi anni ha cubato 4 miliardi di investimenti, occupa un milione di addetti. Ho fiducia nel neo-ministro Giorgetti ma il momento è decisivo”, osserva.
Pugliese, poi, si dice critico “sugli interventi anti-assembramento. Teniamo chiusi i centri commerciali nel week end e anche i reparti non alimentari per quale motivo? Le cronache di questi giorni ci raccontano che sono i centri storici a rischiare di convertirsi in focolai. Nei centri commerciali ci sono già misure ossessive anti-assembramento e costanti interventi di sanificazione. Non vorremmo ritrovarci ancora in lockdown contenendo laddove non serve”.
Quanto ai due nuovi ministeri sulla transizione che si occuperanno inevitabilmente di commercio, l’Ad dice di aspettarsi “semplificazioni. Incrociandosi col Tesoro e lo Sviluppo. Favorendo gli investimenti sul digitale e per ridurre l’impronta energetica dell’intera filiera che passa inevitabilmente anche dall’autotrasporto. E poi serve uno scatto sul fisco su cui credo Draghi rappresenterà in Europa un autorevole interlocutore per costruire una tassazione uniforme tra operatori fisici e digitali. Altrimenti andiamo verso una desertificazione del commercio nelle città. Un’ecatombe sociale e un impatto pesante sul prodotto interno lordo”.