Si conclude oggi, con gli incontri con le forze sociali, la fase di ascolto che Draghi ha voluto porre a base delle proposte programmatiche che illustrerà alle Camere.
Il compito che affronta non è dei più facili: pur forte dell’ampio mandato conferitogli dal Capo dello Stato dovrà misurarsi con il riaffiorare di riserve, manovre, egoismi di partiti per tanta parte ormai privi di un vero retroterra culturale e della consapevolezza di una missione: quella del servizio al bene comune.
A sottolineare l’esigenza di una politica che sappia rinnovarsi, recuperando lo spirito costruttivo e innovatore del dopoguerra, sta anche la giornata odierna dedicata al ricordo sia delle vittime di una strategia feroce di annientamento, della comunità italiana dell’Istria, le foibe, sia del nazionalismo cieco e prevaricatore divampato con il primo conflitti mondiale.
Ricordare per non dimenticare, ricordare per non rimuovere e ignorare: un imperativo che la retorica di due totalitarismi, quello comunista e quello fascista ha celato o distorto per decenni.
Non fummo generosi con i nostri connazionali costretti a lasciare case, terre, ricordi e per lungo tempo la propaganda di una sinistra dominata dal pregiudizio ideologico ha tentato, riuscendovi, di far passare nell’opinione pubblica la falsa equivalenza fra perseguitati e fascisti.
Ancora oggi, purtroppo, restano scorie di quella grande menzogna e la tentazione della sinistra post comunista a non fare i conti con le ombre e gli orrori del passato.
Speriamo che nella fase nuova che si sta per aprire si superi finalmente il tempo dei pregiudizi per imboccare la strada per una democrazia matura.