Continua a tenere banco la supposta intenzione del prossimo governo, a guida Mario Draghi, di spostare il termine dell’anno scolastico: nelle ultime ore è emersa la volontà di terminare le lezioni addirittura a luglio. L’ipotesi non trova d’accordo il sindacato Anief. Secondo il suo presidente nazionale le priorità sono altre. Inoltre, in questo modo si andrebbe a mettere in dubbio l’enorme lavoro didattico svolto da un milione di insegnante attraverso la DaD, che nel frattempo lo stesso ministero dell’Istruzione, grazie all’accordo di fine 2020, ha ratificato assieme all’Anief e ad altri due sindacati rappresentativi.
“La verità – dice Marcello Pacifico, leader Anief – è che ci sono 12 mila edifici dismessi negli ultimi anni, classi con più di 25 alunni per spazi che richiederebbero la metà delle presenze per ridurre i contagi. E sul precariato, ormai, lo Stato deve decidere nel ripristinare un canale riservato per l’assunzione ed evitare una procedura d’infrazione ormai giunta a una chiara condanna per la violazione delle norme comunitarie come si evince dall’ultimo reclamo collettivo accolto dal Comitato europeo dei diritti sociali che ha accolto le sacrosante contestazioni dei precari vessati e difesi dal nostro sindacato. Al nuovo Governo diciamo che bisogna agire. L’azione rivoluzionaria deve essere progettata ora, tenendo conto che a breve arriveranno i fondi del Recovery Plan”.