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Se il Governo sarà verde sarà giovane

giovedì, 11 Febbraio 2021
1 minuto di lettura

L’attenzione posta da Draghi alla tematica ambientale lascia ben sperare. Il Governo che sta per nascere dovrebbe trasformare la politica ambientale da difensiva in propulsiva dello sviluppo. E utilizzarla anche come volano principale della crescita. Da decenni si invoca un nuovo modello di sviluppo e questa potrebbe essere la volta buona, se lo si impostasse sul “green new deal“.

Nascerà un superministero con competenze integrate tra quelle attuali dell’Ambiente con altre dello Sviluppo Economico? Vedremo. Certo è che, dopo gli annunci di Beppe Grillo e delle associazioni ambientaliste, ricevute al termine del secondo giro di consultazioni, l’attesa per una rivoluzione verde italiana guidata da Draghi è molto alta.

Potrebbe essere questa la cifra più originale di un Governo che l’Europa attende con ansia e curiosità e che, se avesse una forte impronta verde, sarebbe guardato con molto interesse anche dalle altre democrazie occidentali. Un’attenzione nuova alle tematiche ambientali come fattore di sviluppo innescherebbe anche un forte “appeal” verso il governo e la politica da parte delle giovani generazioni. Sono esse le più interessate a costruire un futuro in cui il mondo sia vivibile meglio di quello attuale.

Non è dunque un’operazione strumentale, per ingraziarsi il placet dei 5 Stelle, quella che Draghi sembra aver avviato. E le conseguenze che avrà sull’economia e società italiana potrebbero essere davvero rivoluzionarie.

Certo, tutti i partiti, e in particolare il Movimento 5 Stelle, dovranno impegnarsi a proporre idee ambientaliste ben diverse dalla sequela dei NO che hanno caratterizzato spesso alcune battaglie che di verde avevano ben poco ed erano frutto di un’impostazione ideologica preconcetta.

In un Paese con una dipendenza energetica enorme, con una pessima gestione dei rifiuti e che tratta mare e fiumi come discariche a cielo aperto, c’è molto da fare.

Ma occorrerà un cambiamento radicale di mentalità, basato sulla concretezza dei progetti e su scelte coraggiose che guardino avanti senza nostalgie per un passato bucolico .

Per dirla tutta: nessuna decrescita felice, ma una robusta crescita centrata sull’innovazione per la tutela e la promozione dell’ambiente.

Giuseppe Mazzei

Filosofo, Ph.D. giornalista, lobbista, docente a contratto e saggista. Dal 1979 al 2004 alla Rai, vicedirettore Tg1 e Tg2, quirinalista e responsabile dei rapporti con le Authority. Per 9 anni Direttore dei Rapporti istituzionali di Allianz. Fondatore e Presidente onorario delle associazioni "Il Chiostro - trasparenza e professionalità delle lobby" e "Public Affairs Community of Europe" (PACE). Ha insegnato alla Sapienza, Tor Vergata, Iulm e Luiss di cui ha diretto la Scuola di giornalismo. Scrivi all'autore

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