Sarà uno dei passaggi più delicati e controversi. Un fuoco incrociato di richieste che ora cadranno sulle incertezze di una crisi di governo. Si tratta di questioni spinose dagli esiti rischiosi perché in ballo ci sono un milione di lavoratori che rischiano il posto. Il blocco dei licenziamenti in vigore dal 17 marzo 2020, avrà termine il prossimo 31 marzo. Dopo di che il rischio è una ondata di licenziamenti capace di innescare un clima sociale incandescente. Questo scenario preoccupa i sindacati che hanno sollecitato un prolungamento della cassa integrazione Covid, ipotesi che aveva avuto una prima indicazione positiva del ministro del Lavoro Nunzia Catalfo. Le cose tuttavia oggi con la crisi di governo sono destinate a complicarsi. Se ci sarà il prolungamento – tema che vede perplesse se non contrarie le imprese e Confindustria – sarà diverso dalla prima ondata di Cassaintegrazione Covid.
Ad annunciare una ipotesi su cui si sta discutendo è il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, che ha parlato di una prima tranche di Cig aggiuntiva e di proroga del blocco dei licenziamenti che riguarderà tutte le imprese, per poi essere limitata solo a quelle dei settori in difficoltà. Gualtieri in particolare ha individuato il turismo come uno dei comparti dell’economia che dovrebbero godere di misure più estese.
Sul provvedimento è già a lavoro il Ministero, ha assicurato Gualtieri, ricordando tuttavia le incertezze che gravitano su una situazione di non governo.
“Proseguiamo il lavoro sul decreto Ristori che comprenderà anche la misura sui licenziamenti”, spiega il ministro dell’economia. L’obiettivo è ridurre i tempi. “Continueremo con il blocco dei licenziamenti un po’ più di quello che c’è adesso”, propone il Ministro. Un percorso comunque in salita il Governo potrà occuparsi solo degli affari correnti e comunque dovrà esserci un incontro con i sindacati. I problemi ci sono e li ricorda anche il ministro dell’economia.
“Naturalmente dobbiamo confrontarci con le parti sociali”, ricorda Gualtieri, “e auspichiamo di farlo rapidamente, e certamente la crisi non ha aiutato. Ma come ha detto il presidente del Consiglio il governo è in carica per gli affari correnti, quindi proseguiamo con il lavoro sul decreto Ristori”.
Da ricordare, inoltre, che finora il blocco non è valso per tutte le imprese e lavoratori.
Restano escluse le procedure di licenziamento legate alla cessazione di attività di impresa. Vi rientrano, inoltre, anche i casi di messa in liquidazione e fallimento, oltre che nelle ipotesi di accordo collettivo aziendale, stipulato dalle organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative a livello nazionale, di incentivo alla risoluzione del rapporto di lavoro.