Sono giorni cruciali per il Governo. La preoccupazione dei mercati e dell’Unione Europea per l’instabilità politica italiana è evidente. Lo spread ha ripreso la corsa verso l’alto, le Borse cominciano a diventare nervose. Segno che dopo l’uscita di Italia Viva dalla maggioranza si è innescata una sorta di bradisismo politico con oscillazioni continue dei numeri che servono per assicurare al Governo una navigazione tranquilla.
Il primo a non essere soddisfatto dell’attuale incertezza è proprio il Presidente del Consiglio. Conte vuole sapere se può contare su numeri certi, stabili e non occasionali e oscillanti. Di fronte ai gravosi impegni a partire dal PNRR il governo non può andare avanti alla cieca e di volta in volta sperare che tutti i suoi sostenitori vadano a votare compatti per superare la soglia dei 161 voti al Senato. Basta un imprevisto e il governo va in minoranza e rischia di cadere. Una condizione del genere è logorante e non accettabile per Conte.
Per la verità questo clima non piace neanche al Presidente della Repubblica, arbitro imparziale ma non insensibile alle preoccupazioni per la stabilità del Paese.
Occorre, insomma, una maggioranza stabile e non risicata. Alla Camera il problema non esiste al Senato invece sì.