lunedì, 25 Novembre, 2024
Politica

Un sistema politico da rifare

Passata, temporaneamente, la tempesta della crisi rimangono sul campo molti problemi. Uno tra questi riguarda il sistema politico italiano che risulta profondamente squilibrato.

Vediamo per aree. Nello schieramento di destra, esistono tre partiti. Due di questi, Lega e FdI sono sovranisti e in forte polemica con l’Europa. Entrambi hanno leader forti. Meloni interpreta una linea di destra tradizionale, legge e ordine, che pesca nel serbatoio di coloro che furono del Movimento sociale e delle altre formazioni “nostalgiche” ma approfitta dell’onda lunga del malcontento su cui Salvini ha soffiato tanto ma che ora sembra non più in grado di interpretare.

La Lega, nella versione salviniana, è un partito che ha messo in soffitta il federalismo, ha cercato di saldare le richieste di un tessuto di piccole e medie imprese del Nord con una serie di rivendicazioni corporative e assistenziali tipiche del Sud, il tutto mescolato con l’estremizzazione, nella forma e nella sostanza, di temi come l’immigrazione e le diversità. Spostando nettamente a destra la Lega, Salvini ha conquistato molti voti ma ora ne sta perdendo a vantaggio di FdI per la maggiore coerenza, credibilità e perfino moderazione della sua leader.

Nulla a che vedere con una destra economica conservatrice presente in altri Paesi europei. Forza Italia per anni è stata l’ancora di forte area di centro per una destra minoritaria. Indebolendosi e perdendo smalto si è ridotta ad un nucleo di fedelissimi del Cavaliere che non riescono a incidere sulla linea di una coalizione dominata da leader e tematiche che poco hanno a che vedere con la tradizione liberale e riformatrice che aveva ispirato la nascita di Forza Italia e la sua collaborazione con Alleanza Nazionale. In sintesi la destra italiana è squilibrata e le sue posizioni sia interne che internazionali non hanno eguali in altri Paese. Un governo formato da questa destra creerebbe all’Italia molti problemi in Europa ,nei rapporti con gli Stati Uniti e non garantirebbe una politica economica conservatrice modello Merkel in Germania o Johnson nel Regno Unito.

A sinistra lo scenario è desolante. Il Pd fiaccato da varie scissioni e da una perdita di appeal è bloccato da un delicato equilibrio interno che Zingaretti assicura al costo di un immobilismo alla lunga pericoloso. Anche dopo l’uscita di Renzi il PD non ha riportato al suo interno coloro che se ne erano usciti per colpa di Renzi. Con Italia viva i ponti sembrano rotti definitivamente. Azione di Calenda sta crescendo e vorrà continuare a ballare da sola. Più Europa è gelosa della sua autonomia e solo occasionalmente sostiene battaglie del Pd. Con la probabile legge elettorale proporzionale, se la soglia di sbarramento sarà del 5% , solo Calenda potrebbe rischiare di giocare la sua partita. Ma eventuali aggregazioni elettorali di comodo non risolvono il problema: la sinistra ha perso energia e non riesce ad accreditarsi come soggetto propulsore di un forte rinnovamento della politica. La sinistra, in verità è abbastanza debole in tutta Europa.

Poi c’è l’originalità del M5S: nato populista, diventato con Salvini sovranista, poi recuperato col Conte2 ad una visione europeista e gradualmente sempre meno paladino dell’antipolitica e più ragionevole su molte tematiche eccetto un giustizialismo incrollabile e una tendenza a privilegiare politiche assistenziali in nome di una confusa attenzione verso le ingiustizie sociali.

Il M5S è attraversato da profonde divisioni interne che rendono difficile conservare l’unità nei prossimi mesi. La componente più di destra è già quasi tutta uscita. Quella di sinistra per ora sembra voler restare nel Movimento, ma questo la paralizza. È presto per immaginare una implosione definitiva. Per certi aspetti non è neanche augurabile. In ogni caso il M5S col suo 14-17% rimane un’originalità tutta italiana i cui sviluppi potrebbero determinare lo spostamento dell’asse politico del sistema. 

Un sistema che come si vede è completamente squilibrato e disarticolato e che non può garantire né un’alternanza destra-sinistra né una stabile coalizione di forze moderate in grado di condizionare ora la destra ora la sinistra.

Manca il centro di gravità. Ma di questo di occuperemo in un altro articolo.

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