Sono ore concitate per la politica italiana in attesa della decisione che Renzi comunicherà nel pomeriggio. Ridotto all’osso il problema è questo. Ieri le due ministre Bellanova e Bonetti si sono astenute sul maxi piano del Governo la cui approvazione era stata richiesta con fermezza dal capo dello Stato. Se avessero votato contro, l’apertura della crisi sarebbe stata immediata. Ma alla fine ha prevalso la prudenza anche perchè sarebbe stato difficile spiegare agli italiani che Italia viva votava contro un Piano che aveva accolto il 90% delle sue richieste..
Se avessero votato a favore tutta la partita di Renzi sarebbe finita perchè un partito che approva il piano più importante che mai un governo abbia varato (oltre 200 miliardi) come fa a ritirare la fiducia al Governo?
Renzi ha ora davanti due strade. Può restare nella maggioranza e praticare la politica delle mani libere verso il Governo decidendo di volta cosa votare, ma in questo caso deve comunque far ritirare le sue ministre, confermando una sorta di fiducia condizionata a Conte. Oppure può decidere per lo strappo, ritirando non solo le ministre ma anche la fiducia al governo, uscendo dalla maggioranza e passando all’opposizione. Ma in questo caso la rottura sarebbe insanabile, Renzi si isolerebbe definitivamente andandosi a schiacciare sull’opposizione della destra ben più forte e agguerrita del suo partito e correndo il rischio che se Conte non trova una nuova maggioranza si vada davvero a votare e Italia Viva scomparire.
Renzi deve capire che il suo assalto a Conte è fallito e che conviene a lui, e anche al Paese, una ritirata onorevole ma che lasci Italia viva agganciata a questa maggioranza.