mercoledì, 18 Dicembre, 2024
Società

Al Sud serve un Piano di Rinascita e non il cimitero delle scorie

Non sapevo che il Generale De Gaulle, come Indro Montanelli, avesse così poca fiducia nell’Italia. È sempre Federico Rampini a raccontarcelo nel suo libro “I cantieri della Storia”. Nel 1957, mentre decollava la Comunità Economica Europea, De Gaulle incominciò a evocare la “Grandeur”, contrapponendola alla debolezza degli altri Stati che stavano già pensando ad una grande Unione Europa. E, per rimarcare tale convinzione, scrisse nelle sue memorie che “L’Italia non è un Paese povero, ma un povero Paese”. Cerchiamo ora di esaminare, con un pizzico di obiettività e con un briciolo di buon senso, questa vicenda del cimitero delle scorie che la Sogin vorrebbe installare anche nelle Regioni meridionali. Se ci è consentito parafrasare De Gaulle, potremmo dire che il Governo italiano tratta il Mezzogiorno non come un territorio povero, ma come un povero territorio.

Sono trascorsi ormai 17 anni da quel 2003, quando il Governo Berlusconi, con un decreto che aveva più le sembianze di un Blitzkrieg (la guerra-lampo) che di un provvedimento amministrativo, imponeva di realizzare a Scanzano Jonico il sito nazionale delle scorie nucleari. Ebbene, dopo una mobilitazione popolare di 14 giorni e scioperi a non finire, il decreto fu ritirato. Sui siti individuati nelle altre regioni, devo ammettere che non ho elementi né conoscenze specifiche per confutare questa scelta. Ma nel caso della Puglia e della Basilicata, vorrei fare anch’io qualche osservazione. Non solo sul metodo ma anche sul merito che ha orientato il governo dell’Avvocato del Popolo. Intanto il sito di Scanzano Jonico è scomparso dal radar. E quindi ciò che era ottimale nel 2003, oggi, dopo 17 anni, non è preso nemmeno in considerazione.

In Puglia e precisamente in provincia di Taranto, a Statte, nel sito dove ancora sono custodite parte delle scorie di Chernobil, ci sono ancora 3 mila fusti radioattivi. Un sito di rifiuti che aspetta da più di 20 anni la bonifica, con un intervento da ultimare, stimato in tre milioni di euro. E sapete dove sta questo sito? A pochi chilometri dall’Ilva, una delle più grandi acciaierie d’Europa che Beppe Grillo e i suoi amici pugliesi avevano promesso di trasformare nel più grande parco giochi del Continente. E veniamo ora alla Basilicata. Tra le 67 aree candidate ad ospitare questo deposito unico nazionale, le zone evidenziate dalla mappa si trovano fra i comuni di Genzano, Irsina, Acerenza, Oppido Lucano, quasi tutte, eccetto Irsina, in provincia di Potenza. E poi, Gravina, Altamura, Laterza, in Puglia. Mentre Matera, Bernalda, Montalbano e Montescaglioso tutte in Basilicata. Molte di loro sono considerate aree sismiche e il Parco dell’Alta Murgia, sito fra Gravina, Altamura e Laterza, è candidato a Geoparco Unesco ed è compreso in una zona speciale di conservazione della ‘Rete Natura 2000’ volta a tutelare gli habitat e le specie protette.

Ora, se lasciamo perdere Matera, da anni Patrimonio mondiale dell’Unesco e già Capitale europea della cultura, ci rendiamo conto che la sola Valbasento, da oltre vent’anni, attende la bonifica dei siti dismessi della Liquichimica e dell’Anic? Sanno i tecnici che hanno indicato questi Comuni che, sempre in Valbasento, un sito molto pericoloso, quello della ex Materit, contiene fusti di amianto che sono una bomba ad orologeria nel caso, Dio non voglia, di disastri o calamità naturali? Com’è stato possibile che il Ministro dell’Ambiente, il grillino Costa, nel programma dei 5 stelle abbia detto No a tutto, No alle grandi opere, No alla Tav, No alla Tap, No alle Triv e ora, come se nulla fosse, se ne esca con un bel Sì al cimitero delle scorie nucleari in quei territori che hanno reso celebre la grande civiltà della Magna Grecia? Le spiegazioni scientifiche, la promessa di milioni d’investimenti e di migliaia di posti di lavoro servono fino a un certo punto. La martellante e ossessiva difesa dell’ambiente hanno portato in dote al M5S milioni e milioni di voti nel Mezzogiorno. E ora che fate? Non sbraitate più, vi calate le braghe dinanzi alla Casta? Abbiate la decenza di fare un po’ di autocritica. Avete aizzato il popolo, il popolino e anche il popolaccio. E ora non riuscite più a farlo ragionare? Attenti a quei mostri che avete generato, perché potrebbero azzannarvi e divorarvi in un sol boccone.

Condividi questo articolo:
Sponsor

Articoli correlati

Igp “Uva di Puglia” punta a triplicare i volumi del 2020

Angelica Bianco

Qualità della vita, la crisi amplifica i divari

Francesco Gentile

La questione Meridionale del Coronavirus

Michele Rutigliano

Lascia un commento

Questo modulo raccoglie il tuo nome, la tua email e il tuo messaggio in modo da permetterci di tenere traccia dei commenti sul nostro sito. Per inviare il tuo commento, accetta il trattamento dei dati personali mettendo una spunta nel apposito checkbox sotto:
Usando questo form, acconsenti al trattamento dei dati ivi inseriti conformemente alla Privacy Policy de La Discussione.