È la giornata del passo in avanti verso il superamento dello stallo nei rapporti fra i partiti della maggioranza e lo stesso Presidente del Consiglio.
Ha certamente contato per questo positivo sviluppo l’attività di persuasione esercitata dal Capo dello Stato che ha trovato consonanze nell’appello del Papa per un’unità della politica rispetto alle sfide poste dalla pandemia.
Il risultato si può leggere in una dichiarazione dello stesso Matteo Renzi che ha convenuto con l’autorevole appello del Quirinale perché si dia priorità all’approvazione da parte di Governo e Parlamento del piano programmatico legato ai fondi straordinari europei, con l’unica raccomandazione di spenderli bene.
Successivamente a questo adempimento fondamentale si affronteranno i temi che restano aperti: quelli legati alle soluzioni più opportune, probabilmente attraverso una crisi guidata, per dar nuovo slancio all’iniziativa del Governo e al disegno riformatore della maggioranza.
Colpi di scena, frutto di un nervosismo tuttora persistente, restano possibili, ma è evidente il mutamento degli scenari e c’è, a supporto, una più netta posizione del Partito Democratico riguardo ad innovazioni della struttura dell’esecutivo che la rendano più adeguata alle sfide poste dal morbo, a cominciare dall’economia, con la condizione di sofferenza di interi settori.
L’altra ipotesi ventilata, quella di un rimpasto limitato nel Governo, sembra ora più debole, anche perché il Partito Democratico guarda con diffidenza e preoccupazione all’ipotesi di un Governo retto da una pattuglia di parlamentari di varia provenienza in sostituzione di quelli di Italia Viva.
Intanto, è da salutare con soddisfazione l’avvio di una fase diversa e più colloquiale del rapporto tra i partiti di maggioranza, come la disponibilità – rilevata da Bettini – dimostrata da Forza Italia per una cooperazione su obbiettivi di fondo mirati ad una nuova fase dello sviluppo.