Il 2021 è iniziato all’insegna di un nuovo innalzamento della curva dei contagio e, soprattutto, della vicenda senza precedenti riguardante l’assalto al Congresso dei manifestanti pro Trump.
I mercati hanno reagito bene.
Le Borse europee hanno chiuso in rialzo, dopo una seduta altalenante, anche grazie ad una Wall Street che ha chiuso positivamente. Dopo la certificazione della vittoria di Joe Biden da parte del Congresso e la vittoria dei due senatori democratici in Georgia, che ha dato al partito del nuovo Presidente la maggioranza anche in Senato, l’attesa per nuovi stimoli all’economia ha consentito ai mercati di mantenere un tono positivo.
Quest’anno, caratterizzato da tanti snodi decisivi (vaccinazioni globali; insediamento del nuovo Presidente USA; risposta agli stimoli economici nelle economie sviluppate; etc.), i mezzi degli esperti e dei professionisti in campo finanziario sembrano convergere intorno a tre grandi temi di cui abbiamo parlato ampiamente in questa sede: piani di accumulo del capitale e forme di acquisto progressivo sul mercato per portare la volatilità a favore dei clienti e fare acquisti tattici (comprando quando il mercato scende, cum grano salis); fondi tematici aderenti a come si stanno muovendo i grandi investitori istituzionali, nel campo delle tecnologie disruptive, dell’economia green, e, soprattutto, dei fondi sostenibili. Insomma, la vecchia e saggia diversificazione geografica sembra essere stata affiancata (se non sostituita) dalla diversificazione “settoriale”: se è vero che l’economia è ormai “sovranazionale” lo sono tanto più gli investimenti. Ma c’è un ma. Le economie hanno risposto diversamente alla crisi pandemica, ed anche le risposte in termini di rendimenti sono state diverse.
Secondo gli analisti di Schroeder, una delle case d’investimento più blasonate al mondo, l’economia cinese sarà, con una crescita del 9%, la star indiscussa anche del 2021. Come riportato sa Advisor On line, secondo David Rees, Senior Emerging Markets Economist, la crescita in Cina raggiungerà il 15/20% su base annuale nel primo trimestre del 2021, grazie soprattutto al fatto che i primi tre mesi del 2020 hanno registrato un forte declino, causa lockdown.
“Da aprile in poi la crescita dovrebbe decelerare, con l’affievolirsi degli effetti dei provvedimenti di rilancio varati da Pechino. Dopo una crescita stimata al +2,1% su base annuale nel 2020, ci aspettiamo che l’economia cinese crescerà del 9% nel 2021. A ritardare la normalizzazione delle politiche nel breve termine potrebbe essere la deflazione a inizio 2021.”
Imperativo? Diversificare, diversificare, diversificare. Avendo una strategia.