mercoledì, 18 Dicembre, 2024
Economia

Effetto pandemia, Mezzogiorno in recessione. Rapporto Confindustria – Centro studi Intesa Sanpaolo: per il Sud ripresa sensibilmente più debole

Per il Mezzogiorno si addensano le nuvole della crisi come effetto collaterale della pandemia. Un quadro che non rassicura sia per il presente ma anche per il futuro. Incertezze e difficoltà frenano la ripresa che viene descritta come “sensibilmente più debole”, del previsto. L’Indice Sintetico dell’Economia Meridionale, infatti, continua a scendere e registra, nel 2020, secondo le stime preliminari, un calo di oltre 40 punti rispetto all’anno precedente, il più basso registrato a partire dal 2007. Gli effetti recessivi della pandemia sul PIL nel 2020 si prevede che siano appena meno pronunciati nel Sud (-9% l’andamento del Pil) rispetto al Centro-Nord (-9,8%), ma comunque consistenti; per il 2021 e 2022 la ripresa del Mezzogiorno si prospetta invece sensibilmente più debole (rispettivamente +1,2% e +1,4%) rispetto al Centro-Nord (+4,5% e +5,3%). Alcune variabili evidenziano però anche una capacità di “resilienza” dell’economia meridionale, sulla quale puntare la ripresa, accelerando l’impiego delle risorse UE già disponibili e di quelle programmate già dall’anno prossimo.

È questa la sintesi che emerge dal Check-up Mezzogiorno sulla congiuntura del 2020 elaborato da Confindustria e SRM (Centro Studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo).

“La pandemia continua a produrre effetti preoccupanti sul sistema socioeconomico del Mezzogiorno”, si legge nel rapporto, “ma alcuni dati congiunturali sul 2020 offrono l’opportunità di capire meglio cosa è accaduto e cosa serve nell’immediato e in prospettiva per limitare i danni e rilanciare lo sviluppo”.

Tutti gli indicatori che compongono l’Indice Sintetico dell’Economia Meridionale registrano una contrazione significativa (PIL, investimenti, export e occupazione), salvo le imprese attive, in moderata crescita netta.
“Pesa sul PIL soprattutto il calo dell’export del Mezzogiorno”, prosegue lo studio elaborato da Confindustria e SRM (Centro Studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo), “che nei primi nove mesi del 2020 registra una diminuzione complessiva su base annua (-15,6%), contro il -12,2 del nel Centro-Nord; più marcata nel settore manifatturiero (-14% contro -10,8%); calano soprattutto i settori coke e prodotti petroliferi raffinati (quasi il 40% del Sud, contro il -35,4% del Centro-Nord), tessile e abbigliamento (-31,3% e -20,7%), mentre si registra una crescita dei prodotti alimentari, quasi tutta concentrata al Sud (+7,2%)”. Il rapporto chiude con una osservazione, o, almeno una speranza se ci saranno interventi rapidi a sostegno dell’economia e della difficile situazione sanitaria.

“Ma c’è la possibilità concreta”, fa presente lo studio, “e immediata di intervenire ancora sull’emergenza sanitaria, sui suoi impatti indotti dalla nuova fase pandemica e sul sostegno alla transizione delle imprese per una nuova politica di sviluppo del Mezzogiorno”.

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