Sette capitoli per definire modalità di vaccinazione anti Covid-19: traporto, stoccaggio, distribuzione, categorie che avranno la priorità, studio delle reazioni sul sistema immunitario.
Il piano è stato definito in un documento a firma della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero della Salute, Iss, Aifa ed Agenas, nel documento vengono individuate nel dettaglio le cosiddette: “Linee di indirizzo”, si legge nella nota di presentazione, “relative alle azioni che sarà necessario implementare al fine di garantire la vaccinazione secondo standard uniformi nonché il monitoraggio e la valutazione tempestiva delle vaccinazioni durante la campagna vaccinale”.
In tutto sette capitoli per chiarire i tanti passaggi che sono stati così sintetizzati:
- Valori, principi e categorie prioritarie;
- Logistica, approvvigionamento, stoccaggio e trasporto;
- Punti vaccinali, organizzazione delle sedute vaccinali e figure coinvolte;
- Sistema informativo;
- Vaccinovigilianza e sorveglianza immunologica;
- Comunicazione;
- Valutazione di impatto epidemiologico e modelli di valutazione economica.
L’obiettivo è scandire i tempi secondo in ordine di necessità. Con l’arrivo delle dosi di vaccino si inizierà a sottoporre a vaccinazione le categorie appartenenti ai servizi essenziali, come operatori sanitari, insegnanti e personale scolastico, le forze dell’ordine, il personale delle carceri e dei luoghi di comunità.
Importante, se non sopraggiungeranno, polemiche e cambiamenti di programma è stata già decisa la ripartizione regionale prevista per i primi 1.874.323 milioni di dosi di vaccino. C’è, inoltre, una catena di stringenti necessità che devono essere risolte parallelamente alle vaccinazioni, ad esempio, il confezionamento dei vaccini in multi-dose che richiede l’acquisizione di un adeguato numero di siringhe, aghi e diluente – nei casi in cui non siano forniti direttamente dall’azienda produttrice del vaccino -, eseguita sia tramite joint procurement europeo, sia attraverso la richiesta di offerta pubblica già emessa dagli uffici del Commissario Arcuri. La distribuzione dei vaccini, in particolare relativi alla catena del freddo standard, avverrà con il coinvolgimento delle forze armate.
Ci sarà da decidere i Punti vaccinali e chi dovrà eseguire le sedute. Nella prima parte della campagna vaccinale si prevede una gestione centralizzata della vaccinazione con l’identificazione di siti ospedalieri o peri-ospedalieri e l’impego di unità mobili destinate alla vaccinazione delle persone impossibilitate a raggiungere i punti di vaccinazione. Il personale delle unità vaccinali sarà costituito da un numero flessibile di medici, infermieri, assistenti sanitari, Oss e personale amministrativo di supporto. Si stima, al momento, un fabbisogno massimo di circa ventimila persone.
Il dimensionamento del personale è stato definito con l’obiettivo di garantire la vaccinazione di 30 milioni di persone, entro 7 mesi.
Importante l’organizzazione vera e prima della somministrazione del vaccino.
Per ogni punto si prevede la presenza di un’equipe composta da 1 medico e 4 infermieri. Mentre per la somministrazione domiciliare ci sarà1 medico e 1 infermiere. I punti di somministrazione saranno attivi 7 giorni su 7 mentre per la somministrazione di vaccini a domicilio si prevede per le equipe impegnate un lavoro di 5 giorni settimanali. Si prevede di riuscire ad eseguire 6 vaccinazioni ogni ora presso i punti di somministrazione e 3 a domicilio.
Con l’aumentare della disponibilità dei vaccini, è stato deciso, potranno essere realizzate campagne su larga scala (walk-in) per la popolazione presso centri vaccinali organizzati ad hoc e, in fase avanzata, accanto all’utilizzo delle unità mobili, il modello organizzativo vedrà via via una maggiore articolazione sul territorio, seguendo sempre più la normale filiera tradizionale, incluso il coinvolgimento degli ambulatori vaccinali territoriali, dei Medici di Medicina Generale e dei Pediatri di Libera Scelta, della sanità militare, e dei medici competenti delle aziende.
Un capitolo di estrema importanza sarà quella della valutazione delle risposte immunitarie al vaccino, e se ci saranno cadi avversi.
L’esigenza, non indifferente sul piano medico e scientifico, è quella di monitorare, secondo il documento approvato, “gli eventuali eventi avversi ai nuovi vaccini Covid nel contesto del loro utilizzo reale, di identificare e caratterizzare prontamente eventuali nuovi rischi ancora non emersi, e di individuare eventuali problematiche relative alla qualità”. Aifa, in questo contesto, promuoverà l’avvio di alcuni studi indipendenti post-
Sarà inoltre importante, secondo i punti del documento approvato, valutare la risposta immunitaria indotta dal vaccino in diversi gruppi di popolazione, in particolare su durata e qualità della risposta. “A tal fine”, si prevede nel documento, “sarà condotta un’indagine sierologica su un numero rappresentativo di individui vaccinati con i singoli vaccini utilizzati con l’obiettivo di valutare la specificità della risposta immunitaria, la durata della memoria immunologica, e identificare i correlati di protezione. Il monitoraggio verrà coordinato dall’Iss”. “Gli esami”, sottolinea ancora il Piano vaccinazioni, “saranno eseguiti immediatamente prima della vaccinazione (tempo zero) e a distanza di 1, 6 e 12 mesi. Le evidenze scientifiche raccolte saranno poi pubblicate ed utilizzate a fini informativi e valutativi”.