In ballo ci sono i migliori o prodotti alimentari italiani e soprattutto mezzo miliardo di euro di export. Per la Coldiretti ci sono buone distanze che il nuovo presidente degli Stati Uniti Joe Biden, potrebbe riaprire la trattativa per superare i dazi aggiuntivi Usa imposti a molti prodotti Made in Italy. I balzelli colpiscono le esportazioni agroalimentari Made in Italy “per un valore di circa mezzo miliardo di euro”, ricorda il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini in riferimento all’elezione del nuovo presidente degli Stati Uniti Joe Biden, “su prodotti come Grana Padano, Gorgonzola, Asiago, Fontina, Provolone ma anche salami, mortadelle, crostacei, molluschi agrumi, succhi e liquori come amari e limoncello”. La disputa planetaria del rincari dei dazi innescata tra Usa e Cina hanno progressivamente penalizzato l’Italia, o almeno quella fascia export agroalimentare sensibile alle variazioni di mercato e ai dazi imposti.
“L’elezione del nuovo presidente Usa”, osserva ancora la Coldiretti, “arriva a poco più di un anno dall’entrata in vigore il 18 ottobre 2019 in Usa di una tariffa aggiuntiva del 25% su una lunga lista di prodotti importati dall’Italia e dall’unione Europea, per iniziativa di Donald Trump nell’ambito della disputa nel settore aereonautico che coinvolge l’americana Boeing e l’europea Airbus sulla quale è intervenuto anche in Wto autorizzando prima gli usa e poi l’Ue ad applicare dazi”. Per la Coldiretti ora bisogna riprendere il filo della trattativa è del dialogo per cercare di riportare l’attenzione sui dazi e come ridurli. Non solo per la Coldiretti è il momento di unire gli sforzi perché il mondo è alle prese con una pandemia che sta mettendo in ginocchio economie e sicurezze.
“Occorre ora avviare un dialogo costruttivo ed evitare uno scontro dagli scenari inediti e preoccupanti che rischia di determinare un pericoloso effetto valanga sull’economia e sulle relazioni tra Paesi alleati in un momento drammatico per gli effetti della pandemia”, propone il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “gli Stati Uniti sono il primo mercato extraeuropeo per i prodotti agroalimentari tricolori per un valore che nel 2019 è risultato pari a 4,7 miliardi, con un ulteriore aumento del 3,8% nei primi otto mesi del 2020”.