Una calamità naturale od artificiale che dir si voglia, senza precedenti, ha colpito l’Italia e tutta la popolazione ne sta pagando un prezzo altissimo in termini di sacrifici di vite umane, economici ed anche sotto l’aspetto di immagini per la mediocre coerenza politica interna ed esterna.
Essa ha trascinato con se inevitabili provvedimenti restrittivi sulla circolazione delle persone e dei beni, con conseguente nocumento alle singole attività familiari e lavorative per i disagi sotto l’aspetto economico per lo sbarramento alla quasi totalità delle attività umane conquistaste dalla società moderna, quali il lavoro in primis, fondamentale diritto tutelato proprio dall’articolo 1 della nostra Carta costituzionale, la scuola e buona parte delle attività ludiche individuali e collettive, non rivelatesi più sufficienti neanche le precedenti disposizioni ed accorgimenti sanitari a scopo preventivo.
Mentre il Governo cerca di tamponare le varie falde regionali e locali di elevata propagazione dell’epidemia da Covid-19, a botte di dpcm, c’è chi stimola le piazze e chi spera in una crisi al buio per trarne giovamenti non meglio determinati o determinabili, quasi a voler sperare in un “muoia Sansone con tutti i Filistei” come se fosse unto del Signore e già al riparo sopra l’arca di Noè.
In questa situazione, perdurante dal gennaio scorso, non sono ammissibili e neanche da sottovalutare alcuni comportamenti assunti da forze politiche o da singole persone che intendono cavalcare questa situazione come una debolezza od incapacità del Governo a prendere decisioni adeguate alla situazione dinamica ed imprevedibile.
Qualsiasi iniziativa assunta o che si intende assumere offre il fianco ad aspre critiche e ad iniziative che poco hanno a che fare col buon senso e con quel minimo di rispetto che merita chi lotta tra la vita e la morte in un letto di ospedale o su un lettino in corsia in attesa di una dignitosa ed adegua assistenza sanitaria.
È una calamità itinerante, senza tregua, che colpisce chiunque ed ovunque senza alcuna distinzione, divulgandosi col contagio, per cui diventano difficili anche le riunioni di lavoro “de visu” dei responsabili di Governo e degli organi periferici per le iniziative da prendere per frenare il fenomeno epidemico.
La calamità non è solamente italiana, perché analoga situazione è vissuta anche da altre nazioni, per non dire che il fenomeno è mondiale, ma ciò non ci esime dal non affrontare il problema con la dovuta diligenza, coesione ed unità di intenti.
È auspicabile che per le decisioni a breve, medio e lungo termine, il Governo coinvolga, attorno ad un tavolo permanente, i principali Organi di vertice del Territorio e non soltanto i rappresentanti delle singole forze politiche che siedono in Parlamento.
Non possono non essere coinvolti i Presidenti delle singole regioni ed i Prefetti che hanno la responsabilità dell’ordine e della sicurezza pubblica del Paese, alla luce delle cruente manifestazioni di piazza con vere guerriglie urbane con obiettivo di mettere in crisi il sistema democratico per dimostrare incapacità di risposte del Governo a prendere decisioni adeguate, non dipendenti, comunque, dalla sua esclusiva volontà, dovendo far scaturire le iniziative restrittive dai pareri degli esperti in seno alla Commissione Tecnica Scientifica appositamente costituita.
Trattasi di una calamità nazionale per la quale hanno il dovere di scendere in campo tutte le forze previste dalla legge 225 del 1992 sulla Protezione civile, integrata dagli altri organismi che il caso richiede, al cui vertice di coordinamento sia designato un pool di esperti tecnici e responsabili di governo, con l’ausilio delle Forze Armate e di Polizia.
La paralisi delle attività quotidiane in genere nuoce enormemente al tessuto sociale, per cui sono inevitabili interventi sul piano dell’assistenza domiciliare agli anziani, agli infermi ed ai meno abbienti, nonché ai minori che hanno bisogno di maggiori o specifiche tutele, oltre che alle famiglie numerose che vivono in precarie ed anguste abitazioni, impossibilitate ad usufruire pure della vitale ora d’aria.
La perdurante situazione di disagio economico e di restrizione fisica richiede l’affinamento di particolari strumenti di controllo verso i destinatari dei necessari benefici per evitare abusi o speculazioni di ogni tipo.
La salute non è negoziabile e, pertanto, tutte le forze politiche hanno il dovere giuridico oltre che morale di assumere comportamenti idonei finalizzati a sostenere la ricerca scientifica e le migliori soluzioni per contrastare il fenomeno epidemico, comprese tutte quelle iniziative per alleviarne i disagi di libertà, quelli economici e sociali e di non far venire meno la produzione e la circolazione dei beni essenziali per l’ordinaria sopravvivenza.