Stile asciutto, nessun riferimento alla trattativa per il rinnovo dei contratti e nessuna polemica con i sindacati che chiedono aumenti di salari, più tutele e più garanzie contrattuali e sicurezza sanitaria. Per Federmeccanica, parlano i numeri, così la sfilza di dati mettono il luce la crisi del settore e dell’economia sotto l’effetto dirompente della pandemia. Il crollo della produzione tocca il 19% mentre il Pil nazionale scivola di 10 punti. Sottolinea Federmeccanica nel suo rapporto d’autunno.
Le cifre sono presentate da Fabio Astori, vicepresidente di Federmeccanica, nel corso della presentazione della 15ma edizione dell’Indagine congiunturale di Federmeccanica sull’Industria Metalmeccanica. “In Italia a seguito della pandemia da Coronavirus il prodotto interno lordo nel 2020 dovrebbe registrare una contrazione media pari a circa il 10% ma con un’evoluzione nell’ultima parte dell’anno strettamente legata all’entità dell’aggravamento della pandemia in corso”, ha esordito Fabio Astori. I livelli di produttività sono poi scesi del 15,4% nel confronto con l’analogo periodo dell’anno precedente.
Mentre le aziende metalmeccaniche che hanno subito in misura maggiore il lockdown nello stesso arco temporale (gennaio-agosto 2020) hanno registrato una contrazione della loro attività mediamente pari al 19,8%. Una riduzione si è registrata anche nei livelli occupazionali nella grande industria metalmeccanica. Sempre nel periodo gennaio-luglio di quest’anno l’occupazione è calata dell’1,4% rispetto allo scorso anno, per lo più a causa del mancato reintegro di turn over e rinnovo di contratti a tempo determinato. Tra i dati più significativi il balzo delle ore autorizzate di cassa integrazione che hanno superato i 665 milioni. Questo per i primi sei medi del 2020 ma la situazione non solo non migliora ma con gli attuali livelli di contagio rischia di aggravarsi anche di molto. Per Federmeccanica le attese restano negative e lasciano poco spazio alla speranza di un cambiamento di rotta.
I risultati avevano mostrato qualche segno di ripresa, rispetto almeno alla precedente rilevazione svolta in piena pandemia. Ora il clima produttivo si è fatto di nuovo cupo ed estremamente incerto. Le nuove rilevazioni di Federmeccanica dicono che il 39% delle imprese considera negativo il portafoglio ordini; il 27% prevede una contrazione dei volumi di produzione e il 19% un ridimensionamento dei livelli occupazionali; il 14% dichiara una situazione di liquidità cattiva o pessima. Scenario tutt’altro che facile per portare a termine una trattativa contrattuale che vede i sindacati annunciare delle ore di sciopero e Confindustria ribadire che gli spazi reali di trattativa sono molto ristretti.