sabato, 23 Novembre, 2024
Economia

Sogni di ripresa economica

Gli ultimi dati del Centro Studi di Confindustria, sul nostro secondo trimestre, confermano che le condizioni dell’economia italiana in generale, restano deboli e le attese degli operatori sono ancora orientate a un diffuso pessimismo. Gli indicatori ci fanno presupporre un esiguo miglioramento nel 2020, ma attualmente, rispetto alle previsioni formulate ad ottobre 2018, la crescita per quest’anno è nettamente al ribasso: tre quarti da minore domanda interna, un quarto da quella estera.

Alcuni indicatori, già a inizio esercizio finanziario, avevano evidenziato una lunga serie di rischi, interni ed esterni, alcuni dei quali si sono poi materializzati.

In particolare, stiamo vedendo una manovra di bilancio poco orientata alla crescita; nessuna iniziativa concreta è finalizzata alla riduzione del rapporto tra debito pubblico e PIL in modo da creare riflessi positivi sui bond italiani. Vediamo invece un serio rallentamento dei consumi delle famiglie, con conseguente propensione al risparmio di sopravvivenza in crescita.

La fiducia nel secondo trimestre 2019 è diminuita sia tra le famiglie che tra le imprese.

Tra le famiglie è scesa ai minimi da agosto 2017, con un netto peggioramento delle valutazioni sulla situazione economica personale, sulle attese di occupazione e sulle prospettive dell’economia italiana in generale. Un andamento calante della fiducia dei cittadini-consumatori genera effetti negativi sull’economia reale portando a una gestione molto parsimoniosa dei bilanci familiari che determina un aumento del tasso di risparmio a scopo precauzionale e di sopravvivenza.

Già nel primo trimestre la quota di risparmio era salita all’8,4% del reddito disponibile nonostante un forte aumento del potere d’acquisto della moneta.

Tra le imprese la fiducia è scesa addirittura ai minimi del 2016 ed è tornata a diminuire in particolare nel manifatturiero, dopo il temporaneo recupero di maggio. Il peggioramento ha riguardato tutte le componenti e, nel secondo trimestre, è stato particolarmente marcato per gli ordinativi (specie quelli esteri), per i giudizi sui livelli di produzione e per le attese sull’occupazione.

In un contesto così fragile, ridare fiducia a imprese e famiglie è indispensabile e necessario: la domanda interna non riparte.

La prolungata condizione di incertezza genera un circolo vizioso che, attraverso un aumento del risparmio di sopravvivenza, frena consumi e investimenti e produce effetti negativi sulla dinamica dell’economia italiana.

In sintonia con quanto sostenuto dal Presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, siamo dell’idea che si rende necessario un intervento urgente sia sul cuneo fiscale e cioè sulla tassazione del reddito dei lavoratori, sia sull’avvio della realizzazione di infrastrutture e cioè sulla rete di beni e servizi che, pur non operando direttamente sul sistema produttivo, risultano fondamentali per lo sviluppo socio-economico del Paese.

In attesa che i due azionisti di maggioranza del governo smettano di fare melina, non ci rimane che sperare di vedere al più presto un progetto nazionale di sistema che preveda un ammodernamento del modello economico-culturale del Paese e che consenta una seria e duratura ripresa economica che attualmente risulta inesistente.

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