sabato, 16 Novembre, 2024
Cinghiali
Ambiente

Cinghiali. La Cia-Agricoltura: troppi incidenti e danni, subito nuove norme, per mettere fine ad un pericolo per tutti

Cinque proposte che possono ridurre il fenomeno ormai in primo piano per i molteplici rischi e danni che i cinghiali provocano. A sollecitare una reale svolta e mettere in campo iniziative capaci di contrastare un fenomeno in crescita esponenziale è la Confederazione italiana Agricoltori, (Cia). “La sciagura stradale avvenuta nel tratto della novarese della A26, causata ancora una volta dall’impatto tra cinghiali e un’autovettura, è solo l’ultimo di una lunga serie di episodi drammatici che vede protagonisti gli animali selvatici”, ricorda la Confederazione, “È, dunque, urgente intervenire su una questione ormai fuori controllo”. Lo Cia-Agricoltori Italiani, rilancia la sua proposta di modifica alla legge 157/92 che regola la materia, su cui è mobilitata anche attraverso il progetto “Il Paese che Vogliamo”. In passo importante secondo la Confederazione perché bisogna in primo luogo ammettere che le iniziative prodotte finora non hanno né arginato né posto sotto controllo il fenomeno dei cinghiali.

La Cia agricoltori prevede così una riforma radicale, già presentata a Camera e Senato, iniziativa di legge “nata dopo il sostanziale flop delle misure tampone adottate negli ultimi anni”, spiega la Confederazione, “Il proliferare dei cinghiali, passati da una popolazione di 900 mila capi in Italia nel 2010 ai quasi 2 milioni di oggi (+111%), crea danni milionari all’agricoltura (circa 50-60 milioni di euro l’anno), e non solo”. Oltre ai danni contro produzioni e imprese agricole ci sono quelli ben più gravi delle malattie che dagli animali possono contagiare altri animali ed essere trasmesse all’uomo.

C’è per la Confederazione italiana Agricoltori, un aumento di rischio di malattie, già in crescita in Europa i casi di Peste Suina Africana, provoca incidenti stradali sempre più frequenti –circa 10 mila ogni anno- e minaccia la sicurezza dei cittadini anche nelle aree urbane. Per questo è necessario riscrivere e aggiornare la legislazione sulla fauna selvatica, ormai obsoleta e totalmente carente sia sul piano economico che su quello ambientale”. Per invertire la rotta, ecco le proposte normativa lanciate dalla Cia: “sostituire il concetto di “protezione” con quello di “corretta gestione”, non delegare all’attività venatoria le azioni di controllo della fauna selvatica, ma prevedere la possibilità di istituire personale ausiliario”, infine conclude la Confederazione, “rafforzare l’autotutela degli agricoltori e garantire il risarcimento integrale dei danni subiti”.

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Redazione

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