“La Regione non ha l’autorità per imporre tali obblighi”. Il Tar del Lazio dice no all’obbligo di vaccinazione antinfluenzale e pneumococcica per gli over65 e per il personale sanitario. Per i giudici, non solo la Regione non può imporre la vaccinazione, ma se avesse voluto evitare il sovraffollamento negli ospedali
per il Tar “Esistono altre strade che ben potrebbero rientrare nell’alveo delle competenze regionali costituzionalmente accordate”, ossia: “il potenziamento di attività di tracciamento, c.d. tracing, l’intensificazione dei tamponi, il concreto sviluppo della medicina di prossimità”.
Le sentenze del Tar del Lazio, sono la 10047 e 10048 del 29 settembre 2020, con le quali ha annullato l’ordinanza della Ragione Lazio che stabiliva l’obbligo di vaccinazione per gli over 65 e per tutto il personale sanitario, pena la temporanea inidoneità al lavoro per il personale sanitario e per le persone ultra 65 anni l’impossibilità di accedere a centri anziani o altri luoghi di aggregazione. I giudici amministrativi hanno ritenuto che l’ordinanza del Lazio andasse ben oltre le competenze attribuite a una Regione.
Anzitutto, osservano i giudici, se è vero che la normativa emergenziale covid autorizza le regioni ad introdurre misure più restrittive rispetto a quelle statali, questa possibilità è circoscritta ad ambiti di settori ed aree tematiche precise e comunque rientranti nella competenza costituzionalmente loro accordata, come ad esempio: la limitazione circolazione persone, chiusura strade, gli interventi su eventi e manifestazioni culturali, sportive e religiose, trasporti, servizi scolastici e presenza negli uffici pubblici, regolazione di attività commerciali, imprenditoriali e professionali. Aree e materie “tra cui, come risulta piuttosto evidente, senza dubbio non è altresì annoverabile la tematica delle vaccinazioni obbligatorie di cui in questa sede si discute”, si fa presente nella sentenza.
Il Tar inoltre sottolinea come “inibendo tra l’altro l’accesso al lavoro al personale medico che non si sottopone alla suddetta vaccinazione antinfluenzale, si violerebbe altresì la competenza statale a dettare principi fondamentali in materia di tutela e sicurezza nei luoghi di lavoro”.
Il Tar inoltre contesta l’iniziativa dell’ordinanza del Lazio che sarebbe quella di alleggerire il peso sulle strutture ospedaliere durante il periodo autunnale ed invernale mediante ricorso a diagnosi differenziali, i giudici ricordano: “Esistono tuttavia anche altre strade per evitare il decongestionamento delle strutture sanitarie”, osservano i giudici amministrativi, “strade tutte che ben potrebbero rientrare nell’alveo delle competenze regionali costituzionalmente accordate come il potenziamento attività di tracciamento, c.d. tracing, l’intensificazione dei tamponi, concreto sviluppo della medicina di prossimità. Appare”, osserva il Tar, “piuttosto evidente che, con riferimento a queste ultime misure, si tratterebbe di interventi che probabilmente comporterebbero un maggiore impiego di risorse organizzative e finanziarie, ma un logica di risparmio pubblico non potrebbe giammai giustificare, ad ogni buon conto, un simile spostamento della competenza normativa dall’alto verso il basso”.