Alla fine la partita delle nuova legge elettorale, o quanto meno il primo tempo, sembra averla vinta Italia Viva.
Nella maggioranza sarebbe stato infatti raggiunto un accordo per un sistema integralmente proporzionale con sbarramento al 4%. La prima bozza fissava lo sbarramento al 5% ma i renziani si erano messi di traverso fino a minacciare di votare con il centrodestra per il ritorno al sistema maggioritario. Per Iv infatti la soglia del 5% era considerata pericolosa alla luce di sondaggi che danno il partito attestato intorno al 3,5%.
Nelle ultime ore si era fatto molto forte il pressing del Pd nei confronti degli alleati di governo, soprattutto il M5S, affinché si votasse almeno in un ramo del Parlamento la nuova legge elettorale prima del referendum sul taglio dei parlamentari. Condizione inevitabile per far assumere ai dem una posizione netta in favore del Sì, di fronte ai forti malumori che serpeggiano in larghi settori del partito. Non sono pochi infatti i parlamentari e dirigenti del Pd che si sono espressi pubblicamente per il No criticando il segretario Zingaretti per il mancato rispetto dei patti da parte dei pentastellati: impegno che prevedeva l’approvazione della nuova legge elettorale prima del referendum.
Ma era stata proprio Italia Viva a far saltare il banco, mettendosi di traverso e sostenendo il ritorno al sistema maggioritario. In realtà, come detto, i timori dei renziani erano legati principalmente alla soglia di sbarramento considerata troppo alta. Il 5% infatti non era considerato alla portata dei renziani alla luce dei sondaggi poco incoraggianti, e in verità anche Leu aveva espresso perplessità in merito chiedendo correttivi in grado di salvaguardare i partiti minori (la sinistra di governo sarebbe in difficoltà anche con lo sbarramento al 4% visto che è attestata al di sotto del 3%)
Il M5s ha annunciato l’accelerazione sulla nuova legge elettorale proporzionale dopo aver ottenuto il sì degli alleati. La conferma arriva da Giuseppe Brescia, presidente della Commissione Affari costituzionali di Montecitorio: “Martedì prossimo – spiega – nella commissione che presiedo proporrò ai gruppi di adottare in settimana tre testi base fondamentali: la proposta di legge elettorale a mia firma, la proposte di legge costituzionale che adegua la Carta alla riforma, inclusa la base territoriale per l’elezione del Senato e infine la proposta sul conflitto d’interessi”.
La nuova legge elettorale in pratica elimina i collegi uninominali eletti con sistema maggioritario che con l’attuale Rosatellum coprono il 25% dei seggi. Appare evidente come il nuovo sistema elettorale pensato dalla maggioranza penalizzi fortemente il centrodestra, agevolando invece i progetti di Pd ed M5S che puntano a correre separatamente alle elezioni per poi allearsi dopo il voto. Verrebbe così scongiurato l’obbligo di formare coalizioni elettorali come avviene con il maggioritario, terreno su cui il centrodestra è fortemente avvantaggiato.
Ma dalle parti di Italia Viva si guarda con interesse in direzione di Forza Italia dove il sistema proporzionale non è affatto visto negativamente. E’ noto a tutti come l’alleanza con Lega e Fratelli d’Italia vada molto stretta ad ampi settori del partito azzurro, gli stessi che guardano con favore le manovre al centro dove Renzi sta puntando a creare una sorta di “terzo polo”, un blocco centrista ispirato all’esperienza di Macron in Francia, alternativo tanto alla sinistra che ai sovranisti.
Per il momento la posizione ufficiale degli azzurri è la stessa di Lega e Fratelli d’Italia, ovvero il ritorno al maggioritario, ma non sono poche le tensioni che attraversano il partito, con la componente rappresentata da Renato Brunetta, Mara Carfagna, Osvaldo Napoli e altri, sempre più scontenta di quello che è considerato un eccessivo appiattimento sul salvinismo. E per liberarsi da quello che ritengono l’”abbraccio mortale” con il sovranismo, Brunetta ha proposto il ritorno al proporzionale puro. E non sarebbe il solo a pensarla così.
L’esponente di Forza Italia, già consigliere economico di Berlusconi ed ex ministro della Pubblica amministrazione ha dichiarato: “Le leggi elettorali vanno fatte in Parlamento con il massimo consenso possibile (maggioranza e opposizione). Si aspetti il referendum costituzionale sul famigerato taglio dei parlamentari e poi si decida. Io personalmente dico di trovare, nel caso dovessero prevalere tristemente i sì, una soluzione proporzionale, al fine di garantire soprattutto la rappresentanza, assieme alla governabilità”.
È evidente come l’accelerazione sulla legge elettorale voluta dalla maggioranza potrebbe presto far uscire allo scoperto le contraddizioni di un centrodestra soltanto apparentemente omogeneo. (Lo_Speciale)