lunedì, 18 Novembre, 2024
Sanità

Fondi per la sanità. Alle Regioni 500 milioni da spendere per fine dicembre per ridurre le lista d’attesa, dare incentivi e fare assunzioni di personale sanitario

Nuove assunzioni, incentivi per medici e infermieri per smaltire liste d’attesa, un incremento dei servizi di diagnostica con il coinvolgimento di giovani medici In ballo ci sono 500 milioni per la sanità che dovranno essere spesi entro il 31 dicembre. Ed è corsa per la richiesta di fondi.

“Per l’accesso alle risorse le Regioni provvedono, entro 30 giorni dall’entrata in vigore del decreto legge, a presentare al Ministero della salute e al Ministero dell’economia e delle finanze un Piano Operativo Regionale per il recupero delle liste di attesa, con la specificazione dei modelli organizzativi prescelti, dei tempi di realizzazione e della destinazione delle risorse”. Il linguaggio è burocratico ma la sostanza è a favore dei cittadini che attendono prestazioni sanitarie o che sono in lista di attesa. Il tutto ruota attorno al famoso Decreto di Agosto che pare essere ormai comprensivo di tutto: dal blocco dei licenziamenti, al bonus per massaie. Per la sanità sono invece previsti circa 500 mln come incremento del Fondo sanitario 2020. Nel documento ci sono le indicazioni per Regioni e Asl. “Al fine di corrispondere tempestivamente alle richieste di prestazioni ambulatoriali, screening e di ricovero ospedaliero non erogate nel periodo dell’emergenza epidemiologica conseguente alla diffusione del virus SARS-Cov-2, e, contestualmente allo scopo di ridurre le liste di attesa”.

Ci saranno incentivi per i lavoratori della sanità che aumenteranno le ore di turno. In studio c’è la possibilità limitatamente al recupero dei ricoveri ospedalieri e fino al 31 dicembre 2020 di: ricorrere alle prestazioni aggiuntive in libera professione della dirigenza medica, sanitaria, veterinaria e delle professioni sanitarie dipendenti del Servizio sanitario nazionale, per le quali la tariffa oraria è aumentata. In tutto questo chissà perché c’è l’esclusione dei servizi di guardia. L’aumento delle prestazioni significa anche gestire più servizi e allora nel decreto c’è la possibilità di assumere personale a tempo determinato nel comparto della dirigenza medica, sanitaria veterinaria e delle professioni sanitarie anche in deroga al contratta di settore o attraverso forme di lavoro autonomo, anche di collaborazione coordinata e continuativa. Una novità importante riguarda le prestazioni di specialistica ambulatoriale e di screening.

Le Regioni potranno fino al 31 dicembre 2020 ricorrere alle prestazioni aggiuntive della dirigenza medica, sanitaria, veterinaria e delle professioni sanitarie dipendenti del Servizio sanitario nazionale come per i ricoveri. Stesso discorso per incrementare il monte ore dell’assistenza specialistica ambulatoriale convenzionata interna, con ore aggiuntive da assegnare nel rispetto dell’Accordo collettivo nazionale vigente, nel limite di 10 milioni di euro. Novità anche nei rapporti tra sistema pubblici è quello privato. Per l’anno 2020 è possibile incrementare in misura pari all’1 per cento il limite di spesa per l’acquisto di prestazioni dal privato. I tetti di spesa assegnati alle strutture private accreditate dalle regioni e dalle province autonome, in coerenza con il limite di spesa, potranno pure essere utilizzati fino a tutto il 31 dicembre 2021 qualora al 31 dicembre 2020 non si sia determinato un completo riassorbimento della domanda di assistenza non soddisfatta durante lo stato di emergenza.

Il capitolo risorse è quello più atteso. Entrando nel dettaglio, queste le cifre: per l’anno 2020, per l’attuazione del piano è autorizzata rispettivamente la spesa di 109.987.260 euro, 201.468.043 e 122.146.150 per complessivi 482.520.006 euro.

Nel provvedimento si prevede poi, ferma restando la supervisione del tutor che i medici iscritti all’ultimo anno del corso di formazione specialistica, qualora questo abbia durata quinquennale, possano stilare in autonomia i referti delle visite, degli esami e delle prestazioni specialistiche con esclusivo riferimento alle sole visite, esami e prestazioni di controllo ambulatoriali. La refertazione delle prime visite, esami e prestazioni specialistiche è invece riservata al medico specialista.

In ogni caso il possesso della specializzazione è comunque richiesto per le refertazioni relative alle seguenti branche specialistiche: anestesia rianimazione terapia intensiva e del dolore; medicina nucleare, radiodiagnostica, radioterapia.

Per l’accesso alle risorse le Regioni provvedono, entro 30 giorni dall’entrata in vigore del decreto legge, a presentare al Ministero della salute e al Ministero dell’economia e delle finanze un Piano Operativo Regionale per il recupero delle liste di attesa, con la specificazione dei modelli organizzativi prescelti, dei tempi di realizzazione e della destinazione delle risorse.

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