On. Carlo Calenda ex ministro per lo sviluppo economico e Presidente del movimento Azione. Lei dice che L’Italia è un grande Paese, allora perché abbiamo tante difficoltà nel crescere e ridurre il debito pubblico?
Sì, l’Italia è un grande paese ed è un paese serio, così come gli italiani sono persone serie. Nelle loro relazioni private pretendono coerenza e serietà ma questi stessi principi non sembrano essere rilevanti quando si vota e di conseguenza la nostra classe politica è incompetente. Affidiamo l’Italia a dei politici a cui non ci verrebbe mai in mente di affidare la gestione di una gelateria. Perché invece di scegliere tra chi propone i migliori provvedimenti per crescere e, ad esempio, ridurre il debito pubblico, gli elettori sono militarizzati dai partiti che dipingono il voto come un scelta tra fascisti e comunisti, e quindi quello che conta non è quello che proponi, ma qual è il colore della maglietta che indossi, mentre nel frattempo l’Italia vera, fatta da persone in carne ed ossa, scivola sempre più in basso.
Lei ha promosso un suo movimento, Azione che è il luogo della mobilitazione, per cosa i cittadini devono mobilitarsi?
Il motore di Azione, che è un partito politico e non un movimento, è la profonda fiducia nell’Italia. Ci opponiamo alla visione punitiva del paese e degli Italiani: per noi l’Italia si merita di più perché è un grande paese: la seconda economia manifatturiera d’Europa, uno dei Paesi fondatori dell’Unione Europea e il luogo di nascita della cultura occidentale. Negli ultimi 30 anni ci hanno fatto credere che le cose sono ineluttabili e che l’impegno individuale non cambia nulla. Io invece vi dico che non è così e che dobbiamo mobilitarci, soprattutto in questa fase storica, per uscire da un dibattito politico inconcludente che sta portando il paese a sbattere.
Lei è a Pescara per presentare il suo libro dal titolo “I Mostri e come sconfiggerli”. Può dirci chi sono i mostri e con quali armi intende sconfiggerli?
I mostri non vanno cercati nelle persone, i mostri non sono Berlusconi, Renzi o Grillo. I mostri siamo noi e il nostro rapporto malato con la politica della quale, ad esempio, siamo perennemente insoddisfatti: ogni volta votiamo politici che puntualmente ci rendono scontenti e la reazione diventa sempre più violenta. Così siamo passati dalla rivoluzione liberale di Berlusconi, il loden di Monti, la rottamazione di Renzi e il vaffa di Grillo. Ma questo accade perché utilizziamo una definizione sbagliata della politica, dimenticando il suo significato originale, ovvero arte del governare. I mostri vanno invece sconfitti a partire dalla consapevolezza e dalla conoscenza delle cose che non hanno funzionato, smettendo di interrogarci su quelle che dovremmo fare, che sappiamo invece da tempo. Per esempio, tutti sappiamo che andrebbero fatti investimenti sulla scuola e sulla sanità, eppure non lo facciamo. Perché non lo pretendiamo dai politici?
Quale il suo augurio per l’Italia di oggi?
Che diventi consapevole dei propri mostri, perché se non li guardiamo in faccia, come italiani, non saremo mai in grado di sconfiggerli. E poi che l’Italia seria, che lavora, produce, studia e fatica si alzi in piedi e si mobiliti. Altrimenti il Paese non cambierà mai. Lo Stato siamo noi, è nostro.