“Sostenibilità, digitalizzazione e resilienza”, che sono le “finalità strutturali di lungo periodo indicate dall’UE, con un cospicuo impegno finanziario diretto – richiedono cambiamenti profondi nelle imprese”.Vito Grassi, affida le sue riflessioni e proposte al Sole24Ore, un ragionamento che parte dalla emergenza Coronavirus con tutti i problemi innescati nelle economie nazionali e globali. Problemi che resteranno ancora a determinare le scelte economiche.
“Il Covid ha bloccato il Paese e anche la politica economica, concentrando tutte le misure sull’emergenza”, osserva Vito Grassi, “Gli investimenti pubblici sono tuttora fermi alle previsioni del DEF 2020, in attesa di una positiva chiusura del negoziato sul Bilancio UE e sul Next Generation Europe”.
Per il vicepresidente di Confindustria per le Politiche di Coesione Territoriale, il Paese può avere dall’Europa una occasione di crescita rilevante, situazione che non va sprecata.
“Se venissero confermate le favorevoli premesse per l’Italia”, commenta Vito Grassi, “potremmo disporre di un volume di risorse senza precedenti e anzi, un loro efficace e tempestivo impiego potrebbe comportare una crescita degli investimenti pubblici che, già nel 2021, potrebbe attestarsi sulla soglia del 3% del PIL (secondo le bozze del PNR) e stabilizzarsi al di sopra anche negli anni successivi”. Tuttavia, bisogna rimanere realistici ed essere ancorati alla realtà. Malgrado le risorse la situazione economica non tornerà a brillare nell’immediato, troppo profonda è stata l’emergenza Coronavirus. “Va chiarito che il 3% del PIL, tenuto conto della drastica caduta subita quest’anno e della contenuta risalita nel prossimo, non sarebbe sufficiente per rilanciare con decisione l’economia del Paese”, ricorda il vicepresidente di Confindustria per le Politiche di Coesione Territoriale, “oggi abbiamo un’occasione irripetibile per mettere in campo un’efficace strategia di rilancio, con urgenti interventi a breve, coerenti con riforme e programmi di investimento a medio e lungo termine, con al centro la politica di coesione territoriale e di sviluppo del Mezzogiorno”.
C’è, tuttavia, da superare alcuni ostacoli, il primo quello dell’impegno e della competenza, aspetti prioritari per il rilancio del sud.
“Per un pieno, efficace e tempestivo impiego di risorse così ingenti, il Sud e il Paese devono assumersi sin d’ora un’enorme responsabilità”, sottolinea Vito Grassi, “Saranno determinanti capacità, competenza, progettualità e visione di tutte le classi dirigenti, nessuna esclusa: politica, amministrativa, imprenditoriale, sindacale e sociale. Ma bisogna fare presto, e bene”.