“Negato, irregolare, sommerso: il lato oscuro del lavoro”. Amara sintesi per Alleanza Cooperative della situazione italiana dove in ampie zone del Paese lo Stato assente fa crescere caporalato e sfruttamento.
Così si è arrivati in questo tragico e difficile 2020 ad un record di lavoro nero, mentre il sommerso dell’economia ha fatto cassa con la crisi: “Oltre 3,3 milioni i lavoratori vessati nelle false imprese, in tutti i settori produttivi del Paese con il salario medio orario che scende da 16 euro a 8 e un’evasione tributaria e contributiva che tocca quota 107,7 miliardi, quattro volte una manovra finanziaria”. Scrive Alleanza nel fornire i dati allarmanti che emergono dal focus fatto con il Censis sul lavoro nero e lo sfruttamento delle maestranze.
“È così che in Italia l’economia sommersa ha sfruttato la crisi stringendo nella sua morsa la parte più esposta e meno difesa: i lavoratori che a causa della difficoltà hanno accettato un lavoro a ogni costo”, sottolinea l’associazione che raggruppa le Cooperative italiane.
Nel periodo 2012-2015, secondo i dati raccolti, mentre l’occupazione regolare si è ridotta del 2,1%, l’occupazione irregolare è aumentata del 6,3%, portando cosi a oltre 3,3 milioni i lavoratori che vivono in questo cono d’ombra non monitorato.
“Le imprese che ricorrono al lavoro irregolare”, sottolinea Alleanza Cooperative, “riducono il costo del lavoro di oltre il 50% mettendo spesso fuori mercato le aziende che operano nella legalità. Mettono una grave ipoteca sul futuro dei lavoratori lasciandoli privi delle coperture previdenziali, assistenziali e sanitarie per un’evasione contributiva pari a 10,7 miliardi. Mentre 97 sono riconducibili all’evasione tributaria”. Una situazione che crea due gravi distorsioni, una quella del Mercato del lavoro con lo sfruttamento delle maestranze, l’altra quella economica con danni ingenti per lo Stato e per gli stessi lavoratori che non hanno riconosciuti i loro diritti.
“Denunciamo ancora una volta”, dice Maurizio Gardini, presidente di Alleanza Cooperative a nome dei coopresidenti Mauro Lusetti e Brenno Begani, “diciamo basta a chi ottiene vantaggio competitivo attraverso il taglio irregolare del costo del lavoro che vuol dire diritti negati e lavoratori sfruttati. Se le false cooperative sfruttano oltre 100 mila lavoratori emerge, invece, un’area grigia molto più ampia che interessa le tantissime false imprese di tutti settori produttivi che vessano in un lavoro irregolare e sommerso oltre 3,3 milioni di persone”.
Sul milione di badanti a nero Gardini precisa, come ci siano due considerazioni da fare: “le famiglie evadono per necessità. Le false imprese lo fanno solo per moltiplicare i profitti e mettere fuori gioco le tantissime imprese che competono correttamente sul mercato”.
Fra le voci più rilevanti dell’evasione si distingue quella relativa all’Iva che sfiora i 36 miliardi di euro e quella da mancato gettito dell’Irpef derivante da lavoro e impresa, pari a 35 miliardi di euro. “La sola Irap fa registrare una mancata contribuzione di 8,5 miliardi”, calcola Alleanza Cooperative, “il mancato versamento dei contributi risulta pari a 2,5 miliardi per il lavoratore dipendente e a 8,2 per il datore di lavoro.
Calabria (9,9%), Campania 8,8%), Sicilia (8,1) e Puglia (7,6%) le regioni con la più alta percentuale di lavoro sommerso”.