venerdì, 15 Novembre, 2024
Ambiente

Danni all’ecosistema. Legambiente: 23.623 reati contestati, 520 milioni di euro di multe. Situazione sempre più grave per mare e fiumi

Altro che rispetto del mare, della sua biodiversità, della cultura della salvaguardia di flora e fauna ittica. Il 2019 ha fatto registrare una impennata di danni all’ambiente, precisamente, 23.623 sono stati i reati contestati nel 2019, con un incremento del 15,6% rispetto al 2018. “Colate di cemento illegale e consumo di suolo costiero che cancellano dune e inghiottono metri di sabbia, cattiva – e in molti casi assente – depurazione delle acque, pesca di frodo incontrollata”, è quanto emerge dal dossier redatto dall’Osservatorio nazionale Ambiente e legalità di Legambiente che vede oltre la metà delle infrazioni contestate (il 52,3%) concentrarsi tra Campania, Puglia, Sicilia e Calabria. Per gli ambientalisti la situazione di fiumi e del mare è legata non solo agli scarsi controlli, ma anche ad una certa impunità di chi commette reati, mentre le leggi sono approssimative e non tengono conto della emergenza e dei danni causati.

“I nemici del mare e delle coste italiane”, sottolinea con disappunto Legambiente, “hanno sempre gli stessi nomi e normative inadeguate a cui appigliarsi, come raccontano i numeri e le storie di Mare Monstrum 2020”. Numerosi anche i sequestri che hanno raggiunto la cifra di 6.486 casi effettuati (con un incremento dell’11,2%), per un valore economico che ammonta a circa 520 milioni di euro. Cifre sbalorditive che fanno capire quanti danni vengono commessi contro l’ambiente. L’associazione nel suo rapporto 2020 descrive anche come nel periodo di chiusura forzata delle attività la natura sia riuscita a liberarsi un po’ dell’inquinamento e a respirare.

“Per qualche mese ci siamo illusi che qualcosa potesse cambiare, che nulla dovesse per forza tornare come prima”, fa presente Legambiente, “Abbiamo assistito a come la natura, senza la nostra invadente presenza, in molti casi si sia ripresa i suoi spazi, ci siamo commossi per la spavalda tranquillità degli animali selvaggi, per i torrenti improvvisamente cristallini come non li avevamo mai visti, per le dune che hanno rapidamente riconquistato le spiagge, il mare pulito. Con la pandemia da Covid-19 e il lungo periodo di lockdown abbiamo avuto la chiara dimostrazione di quanto incida negativamente la pressione antropica sull’ecosistema e, ancor più, di quanto sia devastante l’impatto delle attività illecite”. Una sorta di incantesimo che però è durato poco. “In assenza di scarichi industriali, i fiumi si sono rapidamente ripuliti, salvo poi, pochi giorni dopo la ripartenza, tornare a subire l’avvelenamento da parte degli ecocriminali”, conclude Legambiente, “Insomma, l’illusione, purtroppo, è svanita ben presto”.
Condividi questo articolo:
Sponsor

Articoli correlati

Il 7 febbraio Giornata mondiale delle Zone Umide vitali. A rischio gli ecosistemi

Giulia Catone

Da Goletta Verde e Goletta dei Laghi foto a tinte fosche

Redazione

Fiume Po: presentato a Parma e Boretto il progetto dei ‘super argini’

Federico Tremarco

Lascia un commento

Questo modulo raccoglie il tuo nome, la tua email e il tuo messaggio in modo da permetterci di tenere traccia dei commenti sul nostro sito. Per inviare il tuo commento, accetta il trattamento dei dati personali mettendo una spunta nel apposito checkbox sotto:
Usando questo form, acconsenti al trattamento dei dati ivi inseriti conformemente alla Privacy Policy de La Discussione.