Fra gli ospiti e relatori della due giorni di R2020, la rete civica promossa dalla parlamentare Sara Cunial e da altri esponenti ex 5Stelle, che si sta svolgendo a Roma, c‘è anche la giornalista e scrittrice Enrica Perucchietti autrice del libro “Coronavirus, il Nemico Invisibile” scritto a due mani con l’avvocato Luca d’Auria e pubblicato da UNO Editori. Lo Speciale l’ha intervistata per capire il senso della sua partecipazione a questo progetto.
Enrica Perucchietti, perché la sua partecipazione a questo evento?
“Sono intervenuta alla prima giornata per parlare di fake news e rischio censura insieme a Fabio Duranti, editore di Radio Radio, partendo proprio dal caso di censura che ha riguardato l’account youtube della sua emittente radiofonica. Poi abbiamo discusso su come fare informazione sul web”.
Quante fake news abbiamo sentito in questo periodo, tanto nella Fase 1 che nella Fase 2 dell’emergenza Covid?
“Tantissime purtroppo, ma non soltanto sulla rete. Si è fatta tanta propaganda, si è diffuso tanto catastrofismo e si è fatta tanta disinformazione soprattutto sui media mainstream. C’è stata una forma di virtualità dell’informazione che ha portato i media di massa a sostenere tutto e l’esatto contrario, ad intervistare esperti che hanno fornito notizie contrastanti e contraddittorie creando panico. Poi ci sono stati diversi casi di vere e proprie fake news. come quando Boris Johnson si trovava in terapia intensiva e autorevoli professionisti dell’informazione nostrana gridarono al complotto ad opera di presunti hacker russi, per poi dover rettificare poche ore dopo quella che avevano spacciato come una bufala”.
Rispetto alla polemica vaccino sì, vaccino no, qual è la sua analisi?
“Mi sembra si stia cercando di tenere alta la guardia a livello di paura e catastrofismo per giustificare una possibile vaccinazione di massa in autunno. Questo è abbastanza evidente se si pensa che ci sono illustri epidemiologi e virologi, da Tarro a Bassetti fino a Zangrillo,che stanno invece cercando di riportare un po’ di serenità. Insiste una frangia estrema che ha puntato sin dall’inizio sulla paura, disorientando i cittadini per legittimare ogni tipo di misura”.
Si può affermare che il vero complottismo è stato paradossalmente quello dei virologi e dei media mainstream che hanno tenuto alta la tensione, e non quello dei Tarro e degli altri che invece hanno sempre cercato di tranquillizzare la popolazione?
“Possiamo dire che i Tarro e i Montagnier sono state le Cassandre, che hanno cercato di mettere in guardia da un certo tipo di catastrofismo sbagliato ed esagerato, e per questo sono stati tacciati di essere dei complottisti, dei paranoici, dei terrapiattisti. Peccato che poi le loro previsioni si siano avverate come spesso accade a chi è appunto accusato di complottismo. Quando a marzo ho pubblicato il mio libro già delineavo tutta una serie di scenari, non soltanto legati all’origine del virus e al laboratorio di Wuhan, di cui allora era quasi proibito parlare. Scenari che oggi sono sotto gli occhi di tutti”.
(Lo_Speciale)