Nella Basilica di San Pietro si sono svolti nel tardo pomeriggio di oggi i Primi Vespri della Solennità di Maria Santissima Madre di Dio e il tradizionale Te Deum di ringraziamento per l’anno trascorso. A presiedere la celebrazione è stato Papa Leone XIV, che ha pronunciato l’omelia nel giorno conclusivo del 2025, a ridosso della chiusura del Giubileo. Nel suo intervento il Pontefice ha richiamato il significato liturgico e simbolico della celebrazione, collocata alla fine dell’anno solare e all’interno dell’Ottava di Natale. La solennità, ha spiegato, unisce il mistero della maternità divina di Maria al passaggio da un anno all’altro, ponendo questo tempo sotto la benedizione di Dio “che era, che è e che viene”. Il Te Deum, risuonato nella Basilica, è stato presentato come voce corale dei pellegrini che nel corso dell’Anno Santo hanno attraversato San Pietro e le strade di Roma.
Leone XIV ha quindi richiamato la Lettera ai Galati, soffermandosi sull’espressione “pienezza del tempo” come chiave di lettura della storia. Un riferimento che ha collegato anche al passo della Lettera agli Efesini sul disegno di Dio di ricapitolare tutte le cose in Cristo. Secondo il Papa, questo disegno rappresenta oggi un bisogno concreto, in un tempo segnato da incertezze e tensioni globali.
Le “strategie”
Nel confronto tra il progetto di Dio e la realtà contemporanea, il Pontefice ha fatto riferimento alle “strategie” che attraversano il mondo, finalizzate – ha detto – alla conquista di mercati, territori e zone di influenza, spesso accompagnate da giustificazioni ideologiche o religiose. In contrasto, ha indicato la figura di Maria, che nel Magnificat riconosce l’azione di Dio nel rovesciare i potenti e nell’innalzare gli umili. Ampio spazio è stato dedicato al tema della speranza. Leone XIV ha ricordato come il “sì” di Maria abbia intrecciato la speranza umana con quella di Dio, sottolineando il ruolo delle persone semplici nel cammino della storia. In questa prospettiva ha richiamato la figura di Pietro, il pescatore di Galilea, sulla cui fede è stata edificata la comunità cristiana. La Tomba dell’Apostolo, ha ricordato, è stata meta di pellegrinaggi provenienti da tutto il mondo, in modo particolare durante il Giubileo ormai prossimo alla conclusione.
Il Papa ha definito il Giubileo un segno di riconciliazione e di rinnovamento, inserito nel disegno di Dio per il mondo. In questo quadro ha collocato anche il ruolo di Roma, non per la sua potenza o per le sue glorie storiche, ma per la testimonianza dei martiri, a partire da Pietro e Paolo. Da qui l’invito a pensare alla città come luogo chiamato a essere attento ai più piccoli, agli anziani soli, alle famiglie in difficoltà e a chi arriva da lontano in cerca di una vita dignitosa.
Ringraziamento finale
Nel ringraziamento finale Leone XIV ha ricordato quanti hanno lavorato nel corso del 2025 per l’accoglienza dei pellegrini, richiamando un auspicio già espresso dal “caro Papa Francesco”. La celebrazione si è conclusa con l’affidamento di Roma e del nuovo anno all’intercessione di Maria, Salus Populi Romani.



