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Industria in frenata: produzione giù dell’1%, crollano i veicoli (–11,7%)

mercoledì, 10 Dicembre 2025
1 minuto di lettura

La produzione industriale italiana torna a registrare un segno negativo. Secondo i dati diffusi dall’Istat relativi al mese di ottobre 2025, l’indice destagionalizzato segna una contrazione dell’1% su base mensile, confermando il rallentamento già osservato nel trimestre agosto-ottobre, chiuso con un calo complessivo dello 0,9%. Il risultato è particolarmente penalizzante perché il calo riguarda quasi tutti i raggruppamenti principali di industrie: beni di consumo –1,8%, beni strumentali –1,0%, beni intermedi –0,3%, mentre l’unico settore in crescita è l’energia (+0,7%)

Tendenza annua ancora in negativo

Corretto per gli effetti di calendario, l’indice generale scende dello 0,3% rispetto a ottobre 2024. Tra i raggruppamenti, solo i beni intermedi segnano un aumento tendenziale (+1,1%), mentre tutte le altre componenti risultano in flessione, con i beni di consumo a –2% e i beni strumentali a –0,7%.

Mezzi di trasporto: il settore più colpito (–11,7%)

A livello settoriale, la situazione più critica è quella della fabbricazione di mezzi di trasporto, che registra un pesante calo tendenziale del –11,7% (dati corretti per calendario) come ricavabile dal settore CL “Fabbricazione di mezzi di trasporto”, che mostra una diminuzione del –11,7% su base annua.
Anche sul piano congiunturale il comparto mostra segnali preoccupanti: –2,9% rispetto a settembre, segno di una difficoltà persistente per l’automotive e le altre produzioni di veicoli.

I settori in crescita

Nonostante il quadro complessivo negativo, alcuni comparti mostrano dinamiche positive. In particolare:
attività estrattiva: +5,2% tendenziale
metallurgia e prodotti in metallo: +2,7%
articoli in gomma e materie plastiche: +2,1%.

Il commento dell’Istat

Nel commento ufficiale del rapporto l’Istat sottolinea come il calo sia diffuso a quasi tutti i principali raggruppamenti industriali, con un andamento negativo anche nella media del trimestre. Su base annua, a eccezione dei beni intermedi, “tutti i principali settori di attività mostrano riduzioni rispetto all’anno precedente”.

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