“Un’umanità provata, talvolta schiacciata, umile come la terra da cui Dio l’ha plasmata”. Da questa immagine sicuramente forte Papa Leone XIV è partito ieri nel suo primo Atto di venerazione all’Immacolata in piazza di Spagna, nel cuore della Capitale, per chiedere che nel mondo “si aprano ora porte di case e oasi di pace”, dove tornino a fiorire dignità, riconciliazione e speranza. Nel giorno in cui la Chiesa ha celebrato il mistero della Concezione senza macchia della Vergine Maria, il Santo Padre ha unito alla tradizione romana del gesto floreale un messaggio che guarda alle ferite del presente e alla responsabilità dei credenti.
La festa dell’Immacolata
Già in mattinata, durante l’Angelus in piazza San Pietro, Sua Santità aveva indicato nella risposta libera di Maria al progetto di Dio la chiave per comprendere la festa dell’Immacolata. Preservata dal peccato originale, ha detto, la Madre di Dio fu resa disponibile a un miracolo più grande: la venuta nel mondo del Cristo salvatore: “Maria credette e in lei ciò che credette si avverò”, ha ricordato citando Sant’Agostino.
Per questo, ha spiegato, la solennità non è solo contemplazione, ma invito a imitare la Vergine attraverso il rinnovamento quotidiano del proprio “sì”. Ogni credente, grazie al Battesimo, diventa luogo in cui Cristo può vivere e operare nel mondo. Un dono da custodire nella preghiera e soprattutto nelle opere della carità: “Dal quotidiano nasce il terreno in cui Gesù può essere conosciuto e amato”.
L’abbraccio della città
Nel pomeriggio il centro storico di Roma si è riempito per il tradizionale omaggio dell’8 dicembre. Prevost ha percorso via dei Condotti sulla papamobile scoperta, accolto da fedeli e curiosi che lo hanno atteso dietro le transenne, tra applausi e immagini scattate con i telefoni. Ad attenderlo in piazza di Spagna il Sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, e il Cardinale vicario Baldo Reina. Il Papa ha deposto un cesto di rose bianche ai piedi della statua della Vergine, gesto che lega da decenni il successore di Pietro alla città. Poi, nel silenzio della piazza, ha pronunciato una preghiera che ha ampliato l’appello del mattino: “Fiorisca la speranza giubilare a Roma e in ogni angolo della terra. Dopo le porte sante, si aprano ora altre porte di case e oasi di pace in cui rifiorisca la dignità”.
Leone XIV ha dedicato una parte significativa della sua preghiera alla missione della Chiesa. Ha chiesto alla Vergine di ispirare nuove intuizioni e coraggio alle comunità cristiane, chiamate a raccogliere le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei contemporanei, soprattutto dei poveri e di chi soffre. “Intercedi per noi”, ha supplicato, “alle prese con cambiamenti che sembrano trovarci impreparati e impotenti”. Il mondo, ha detto il Papa, chiede una Chiesa che cammini “con e tra la gente”, capace di essere lievito di giustizia e speranza, fiduciosa che nulla è impossibile a Dio e consapevole che il Signore chiede sempre la collaborazione dei suoi figli.
L’incontro con i malati
Al termine della cerimonia il Pontefice si è fermato tra i malati assistiti dall’Unitalsi e da altre associazioni, impartendo benedizioni e parole di conforto. Poi ha lasciato piazza di Spagna tra nuovi applausi, percorrendo via dei Due Macelli sulla papamobile scoperta. La giornata di festa si è conclusa a Castel Gandolfo, dove il Santo Padre trascorrerà alcune ore di riposo prima del rientro in Vaticano oggi.



