0

Mancata detassazione dei rinnovi contrattuali. Lusetti (Confcommercio): il Governo reintroduca la misura, un bene per famiglie e imprese

Per la Confederazione è una misura decisiva per redditi e consumi
giovedì, 4 Dicembre 2025
1 minuto di lettura

Non è per tutti la detassazione degli aumenti retributivi. Un tema caro alla Confcommercio che era in attesa di un via libera, durante l’esame della Manovra finanziaria, per detassare gli aumenti contrattuali, anche quelli a ritroso del 2024.

“Nonostante la riformulazione del testo, è stato giudicato inammissibile anche il nuovo emendamento di Fratelli d’Italia alla legge di Bilancio che mirava ad ampliare la platea dei lavoratori beneficiari della detassazione sugli aumenti retributivi erogati nel 2026”, commenta la Confcommercio, “La proposta, firmata da Paola Mancini, puntava a estendere il regime agevolato non solo ai rinnovi contrattuali siglati nel 2025 e nel 2026 – come previsto dalla Manovra – ma anche a quelli sottoscritti nel 2024. Il testo prevedeva inoltre un’imposta sostitutiva del 10% per i redditi compresi tra 28 e 35 mila euro.

La mancata copertura

L’emendamento, ricorda in una nota la Confederazione, era già stato bocciato una prima volta per mancanza di coperture. “La nuova versione quantificava in 90 milioni di euro il fabbisogno necessario, attingendo al cosiddetto ‘tesoretto’, ma anche questa soluzione è stata ritenuta insufficiente, portando a una seconda dichiarazione di inammissibilità”.

Includere i contratti rinnovati nel 2024

Deluso Mauro Lusetti, vicepresidente di Confcommercio con delega alla contrattazione, che ha definito “un errore” lo stop al provvedimento: “Si tratta di una misura utile a rafforzare i redditi dei lavoratori e sostenere i consumi delle famiglie”, evidenzia Lusetti che sottolinea la richiesta “di includere anche i contratti rinnovati nel 2024, collegando il beneficio alla data di erogazione degli aumenti e limitandolo ai contratti più rappresentativi”.

“Senza questo intervento”, osserva Lusetti, “resterebbero esclusi oltre cinque milioni di lavoratori del terziario e dei servizi, con il rischio di creare disparità e frenare la crescita. Confidiamo che il Governo possa reintrodurre la misura, correggendo una distorsione che penalizzerebbe famiglie, imprese e l’intera economia”.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Questo modulo raccoglie il tuo nome, la tua email e il tuo messaggio in modo da permetterci di tenere traccia dei commenti sul nostro sito. Per inviare il tuo commento, accetta il trattamento dei dati personali mettendo una spunta nel apposito checkbox sotto:

Potrebbero interessarti

“Riaccendere” i centri urbani. Missione Confcommercio: 110mila chiusure svuotano il Paese

La Confcommercio lo chiama il “Laboratorio del cambiamento”, ma è…

“L’Italia del futuro”. Sangalli: più aiuti a famiglie e imprese. Il leader di Confcommercio: bene il Governo sul Def e confronto

Il presidente della Confcommercio Carlo Sangalli, spiega alla manifestazione promossa…