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Il sommerso e le truffe aumentano

giovedì, 27 Novembre 2025
3 minuti di lettura

L’Istat ha certificato che nel 2023 sommerso e illegalità hanno aumentato il fatturato (+7,5%), raggiungendo i 217,5 miliardi con un’incidenza sul Pil al 10,2%, dal 10,1% del 2022.

Le sotto-dichiarazioni nell’ambito dell’economia sommersa, si è attestata a 108,2 miliardi di euro aumentando dai 101,5.

Nel Rapporto annuale per il 2024 dell’Unità di Informazione Finanziaria per l’Italia, dal suo canto, reso noto questa estate, aveva rilevato che le tipologie di illeciti sono riconducibili alle tradizionali aree di rischio dell’evasione fiscale, dell’abuso di fondi pubblici e corruzione e della criminalità organizzata.

Nel 2024 è aumentato il numero di segnalazioni riguardanti contesti connessi all’attuazione del PNRR (805 SOS a fronte delle 309 del 2023); il flusso segnaletico proviene per oltre il 90% da Pubbliche amministrazioni”… Analoghe fattispecie di possibile abuso di risorse pubbliche continuano a emergere, più in generale, nell’ambito delle agevolazioni e dei contributi pubblici non rientranti nel PNRR; alcune segnalazioni hanno messo in luce l’anomala operatività di imprese attive nel settore dello sviluppo, produzione e distribuzione di opere cinematografiche e audiovisive, beneficiarie di un credito d’imposta (c.d. Tax Credit Cinema).

Nel settore delle garanzie prestate in favore di Pubbliche amministrazioni sono emersi nuovi casi di fideiussioni contraffatte, al fine di garantire il corretto adempimento di obbligazioni derivanti da rapporti contrattuali con vari enti pubblici”

L’analisi di segnalazioni relative a possibili contesti di corruzione conferma la ricorrenza, in tali fattispecie, di articolati schemi operativi finalizzati a schermare la corresponsione di indebite utilità a esponenti politici o con incarichi apicali in Pubbliche amministrazioni.

Per quanto riguarda la criminalità organizzata: “Le fattispecie rappresentate dalle segnalazioni all’Uif hanno riguardato, in un terzo circa dei casi, operatività in contanti e contesti di frodi nelle fatturazioni con l’invio di provvista all’estero, verso v-IBAN o rapporti incardinati presso Stati del Sud Est asiatico, realizzate da reti di società e di soggetti i cui nominativi spesso sono presenti negli archivi della DNA. Inoltre, analogamente al 2023 circa il 14% delle segnalazioni collegabili a contesti di criminalità organizzata hanno riguardato contesti di truffe, frodi informatiche e operatività in criptoattività”… Nel 2024 sono proseguiti i flussi segnaletici che evidenziano interessi nel settore del fotovoltaico e delle energie rinnovabili di società direttamente o indirettamente collegate ad ambienti della criminalità organizzata… e le fattispecie connesse all’utilizzo di criptoattività sono state molteplici e di particolare interesse, essendo caratterizzate da una ricorrente diversificazione delle metodologie di riciclaggio realizzate in questo ambito.

Un particolare settore ove si annidano più frodi è quello dei Fondi UE.

Sempre l’Unità di informazione finanziaria – l’organismo antiriciclaggio di Bankitalia – con un proprio studio che ha analizzato 6.771 Comuni nel periodo 2016-2021 ha individuato indici di allerta in base hai quali è giunto alla conclusione che dove c’è criminalità organizzata, le casse comunali si svuotano, perché da un lato, l’amministrazione si paralizza o chiude un occhio, evitando di riscuotere da amici e sodali. Dall’altro, i cittadini smettono di pagare se sanno che i soldi finiscono nelle mani sbagliate.

Inoltre nei Comuni infiltrati, il carico fiscale pro capite è più alto. Lo schema ricorrente dei Comuni infiltrati riguarda la spesa. Nei Comuni infiltrati la distribuzione della spesa pubblica cambia volto: più fondi a edilizia, rifiuti e amministrazione interna, meno a cultura, trasporti e servizi sociali. Uno dei segnali più chiari di rischio criminalità è la scarsa efficienza nella riscossione della Tari, la tassa sui rifiuti. Nei Comuni a rischio, il gettito effettivo è inferiore rispetto al previsto. La conseguenza è un aumento del carico fiscale pro capite. Il modello Uif ha individuato in questa debolezza fiscale un marcatore preciso: là dove la Tari non viene riscossa, la probabilità di infiltrazione aumenta in modo significativo.

La Uif ha verificato che nei Comuni ad alto rischio gli appalti pubblici sono spesso poco trasparenti. Mancano i nomi delle imprese vincitrici, le date dei lavori, le fonti di finanziamento.

Nel complesso si conferma che più è presente la criminalità più i cittadini vivono male.

Confcommercio inoltre ha certificato che nel 2024 l’illegalità ha fatto perdere solo a imprese del commercio e pubblici esercizi circa 40 miliardi di euro di guadagni. In particolare, solo tra abusivismo commerciale e nella ristorazione, contraffazione e taccheggio si sono perduti 28,2 miliardi di euro, cui vanno aggiunti danni da 3,9% miliardi causati da azioni cyber. Ma il dato più allarmante è che ben 276mila posti di lavoro sono a rischio per il peso di questi fenomeni ed un imprenditore su tre (31,3%) teme che la propria impresa possa essere esposta al rischio di fenomeni criminali.

Riccardo Pedrizzi

Riccardo Pedrizzi

Presidente Nazionale del CTS dell'UCID

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