Le autorità messicane hanno annunciato l’arresto del principale sospettato nell’omicidio del sindaco Luis Gerardo Ávila, ucciso lo scorso mese nello stato di Michoacán dopo aver lanciato una campagna pubblica contro la criminalità organizzata. Il fermato, identificato come José “El Chino” Ramírez, sarebbe legato al cartello Los Viagras, attivo nella regione e noto per il controllo violento del territorio. L’arresto è avvenuto durante un’operazione congiunta tra la Guardia Nazionale e la Marina, in una zona rurale a nord di Apatzingán. Secondo il procuratore federale Alejandro Gertz Manero, Ramírez “è stato localizzato grazie a intercettazioni e testimonianze chiave” e sarà processato per omicidio aggravato, associazione a delinquere e terrorismo locale. Il sindaco Ávila, eletto nel 2022 con una piattaforma incentrata sulla legalità e la trasparenza, era diventato una figura simbolo della resistenza civile contro i cartelli. Solo pochi giorni prima della sua morte, aveva incontrato il presidente Andrés Manuel López Obrador per chiedere un rafforzamento della presenza federale nella regione. Il suo assassinio aveva provocato proteste in tutto il Paese e una forte pressione sull’esecutivo. “La giustizia sta facendo il suo corso,” ha dichiarato il ministro della Sicurezza Rosa Icela Rodríguez. “Ma sappiamo che la lotta contro la criminalità violenta richiede un impegno costante e coordinato.” L’arresto di Ramírez è stato accolto con sollievo dalla comunità locale, ma anche con cautela. Alcuni attivisti temono rappresaglie e chiedono protezione per i familiari del sindaco e per altri funzionari pubblici. Intanto, il governo ha annunciato l’invio di 500 agenti federali a Michoacán e l’apertura di un centro di intelligence per monitorare le attività criminali. Il caso Ávila ha riacceso il dibattito sulla sicurezza in Messico, dove nel 2025 si sono registrati oltre 22.000 omicidi, molti dei quali legati al narcotraffico.



