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Affitti, canoni ancora in salita: nel 2025 previsto +4,7% tra domanda in boom e offerta in calo

mercoledì, 19 Novembre 2025
1 minuto di lettura

Il mercato delle locazioni abitative continua a registrare rialzi significativi. L’ultima Indagine Fimaa Italia–Confcommercio segnala che nel 2025 i canoni cresceranno in media del 4,7%, in accelerazione rispetto al +4,6% del primo semestre. Il numero di nuovi contratti resterà invece quasi invariato: +0,1% rispetto agli 1.010.611 registrati nel 2024. Nel secondo quadrimestre 2025 la domanda di case in affitto è aumentata secondo il 74,2% degli operatori FIMAA, mentre l’offerta è diminuita secondo il 63,3% degli intervistati. Il numero di nuovi contratti è calato nel 40,2% dei casi o rimasto stabile nel 49,8%. Per i canoni, invece, prevale l’aumento: 65,3% degli operatori segnala rialzi, 31,2% stabilità.
Le dinamiche attuali non sembrano destinate a cambiare nell’ultima parte del 2025: il 67% degli operatori prevede un’ulteriore crescita della domanda, il 53,3% una nuova diminuzione dell’offerta. Il 61,5% si aspetta nuovi aumenti dei canoni, mentre solo il 3,5% ipotizza un calo. I contratti resteranno perlopiù stabili (58%) o in lieve flessione (32%).

Crescono i contratti flessibili

Nel primo semestre 2025 i contratti ordinari sono diminuiti del 2%, quelli concordati sono cresciuti del 3,3% e quelli per studenti addirittura del 9,5%. A trainare i prezzi sono soprattutto gli affitti agevolati per studenti, cresciuti del 5,3% annuo, contro una media del 4,6%. I canoni degli ordinari aumentano comunque del 3,8%. “Analizzando le dinamiche del mercato, è evidente che sia necessario riportare sul mercato, a canoni sostenibili, tutti quegli alloggi oggi vuoti”, afferma Andrea Oliva, Coordinatore dell’Ufficio Studi Fimaa. “I proprietari sono sempre più restii a concedere gli immobili in locazione perché non si sentono tutelati. Per riequilibrare il mercato servono strumenti stabili: rafforzare canone concordato e cedolare, prevedere micro-incentivi fiscali per chi ristruttura e affitta a prezzi calmierati, e favorire partnership pubblico-private per le residenze universitarie”.

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