In un’epoca in cui la tecnologia e l’Intelligenza Artificiale accompagnano sempre più spesso le scelte quotidiane, anche la salute diventa terreno di sperimentazione digitale. Sempre più italiani cercano online informazioni per orientarsi nelle decisioni di benessere e cura, ma la capacità di distinguere le fonti affidabili da quelle fuorvianti — la cosiddetta alfabetizzazione sanitaria — si conferma cruciale per un approccio consapevole.
È quanto emerge dal nuovo Rapporto Censis, realizzato per Assosalute (Associazione nazionale farmaci di automedicazione, parte di Federchimica), che fotografa un’Italia attenta, ma anche esposta ai rischi di un’informazione sanitaria sempre più frammentata.
Automedicazione, un modello di responsabilità
Secondo il Censis, il modello italiano di automedicazione responsabile si fonda su un elevato livello di alfabetizzazione sanitaria. Gli italiani consultano con regolarità il foglietto illustrativo, si informano in modo prudente e privilegiano il parere dei professionisti: l’86,6% si rivolge a medici o farmacisti in caso di dubbi, mentre solo il 24,1% cerca risposte sul web.
Il 48,2% si affida al medico di base, il 47,9% al farmacista, segno che la relazione diretta resta centrale, anche nell’era digitale.
Il nuovo orizzonte informativo
“I farmaci di automedicazione – ha spiegato Michele Albero, Presidente di Federchimica Assosalute – sono parte integrante della quotidianità degli italiani e hanno favorito la diffusione di una cultura sanitaria basata su responsabilità e consapevolezza. È fondamentale, però, saper distinguere il dato scientifico dal contenuto fuorviante per preservare la qualità della nostra cultura della salute”. L’indagine mostra come la trasformazione digitale e l’arrivo dell’Intelligenza Artificiale (IA) stiano modificando profondamente il modo in cui gli italiani si informano.
Quasi uno su due (49,6%) utilizza già chatbot di IA per ottenere informazioni su piccoli disturbi o farmaci da banco – percentuale che sale al 70% tra i giovani.
IA come supporto, non sostituzione
Cresce però anche l’affidamento acritico: il 37% degli utenti non verifica le informazioni o lo fa solo tramite canali informali (amici, parenti o social network), rischiando di rimanere intrappolato in una “bolla” informativa. Il 37,9% degli italiani dichiara inoltre di essersi imbattuto in fake news sulla salute, e il 77,6% chiede che le informazioni online siano certificate da fonti ufficiali.
Il 65,8% auspica la creazione di app o siti pubblici dedicati ai consulti per i disturbi minori e ai farmaci da banco.
Nonostante i rischi, il rapporto evidenzia anche le potenzialità positive dell’IA, se usata come strumento di supporto e non come sostituto del giudizio umano.
Il 44,8% degli italiani ritiene che l’Intelligenza Artificiale diventerà “sempre più affidabile” in ambito sanitario, ma il 75,9% continua a considerare insostituibili medici e farmacisti.
“Il nostro Rapporto conferma che l’automedicazione responsabile è un patrimonio sociale per il Paese – ha spiegato Francesco Maietta, responsabile dell’area Consumi e Welfare del Censis –. Essa consente alle persone di gestire in autonomia i piccoli disturbi, alleggerendo la pressione sul Servizio sanitario nazionale. Ma la rivoluzione digitale ci impone di rafforzare l’alfabetizzazione sanitaria e promuovere fonti certificate, accompagnando i cittadini nell’uso consapevole delle nuove tecnologie”.



