“Esprimo anche in questa sede la piena solidarietà mia e del governo a Sigfrido Ranucci e alla sua famiglia, e ribadisco la ferma condanna per l’atto vigliacco e criminale che ha subito, un attacco non solo alla persona, ma alla libertà di stampa e ai valori fondamentali della nostra democrazia”. Così ieri il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha aperto in mattinata la sua informativa urgente alla Camera sull’attentato che ha colpito il giornalista e conduttore di ‘Report’ (nel pomeriggio stesso copione, ma al Senato). Il titolare del Viminale ha assicurato che il lavoro delle forze di polizia prosegue con la massima intensità per individuare e consegnare rapidamente alla giustizia i responsabili dell’attacco.
L’episodio, avvenuto nella notte del 16 ottobre, ha suscitato una profonda ondata di sdegno nel mondo politico e giornalistico, riaccendendo il dibattito sul livello di tutela dei cronisti d’inchiesta in Italia e sulle crescenti minacce alla libertà di informazione.
Secondo i dati diffusi dal Ministero, nei primi nove mesi del 2025 sono stati registrati 130 atti intimidatori contro operatori dell’informazione, di cui oltre il 60% avvenuti online. Si tratta di un numero in lieve calo rispetto ai 147 episodi dello stesso periodo del 2024, ma che conferma l’allarme su un fenomeno che mina la libertà di stampa.
Rafforzata la protezione del giornalista
Piantedosi ha ricordato che le articolazioni competenti del Ministero dell’Interno seguono da tempo la posizione di Ranucci, sottoposto a misure di tutela personale in ragione dell’esposizione ai rischi connessi alla sua attività professionale. “A partire dal 2020”, ha spiegato il Ministro, “il giornalista ha effettuato alcune segnalazioni di atti intimidatori, consistenti per lo più in missive e messaggi via web. Fui io stesso, da Prefetto di Roma, a informarlo della necessità di assegnargli una tutela personale”. Da agosto 2021 Ranucci disponeva di un dispositivo di protezione di quarto livello, modulato in base all’evolversi della situazione. Dopo l’ultimo episodio intimidatorio, il livello di sicurezza è stato innalzato al terzo livello. “Ho dato mandato di rafforzare al massimo ogni misura di protezione. È stato attivato un dispositivo di vigilanza radiocollegato nelle aree abitualmente frequentate dal giornalista, e il commissariato di pubblica sicurezza Rai ha intensificato la sorveglianza in occasione dei suoi ingressi e delle sue uscite dall’azienda”.
Il monitoraggio degli atti intimidatori contro i giornalisti
Il Ministro ha successivamente sottolineato che le misure sono state costantemente aggiornate in base alle informazioni acquisite e che la tutela di Ranucci “è stata sempre adeguata tempestivamente alle segnalazioni e alle risultanze informative”. Piantedosi ha poi ha ricordato come il fenomeno delle minacce e delle intimidazioni ai danni dei giornalisti sia oggetto di attenzione costante da parte del Viminale: “Il mio ministero segue con continuità il fenomeno attraverso il Centro di coordinamento per le attività di monitoraggio, analisi e scambio permanente di informazioni, che io stesso presiedo e che sarà riconvocato ai primi di novembre”.
Il Ministro ha inoltre annunciato la costituzione di un organismo di supporto, una sede stabile di confronto tra rappresentanti del mondo dell’informazione ed esperti del Viminale, con l’obiettivo di individuare “gli interventi più idonei per la prevenzione e il contrasto degli atti intimidatori”.
Si tratta di una misura che si inserisce nel solco delle politiche di sicurezza volte a garantire la libertà di stampa, principio tutelato dall’articolo 21 della Costituzione e riconosciuto come pilastro dello Stato democratico.
“Grave offendere le istituzioni con accuse infondate”
Nella parte finale del suo intervento il Ministro dell’Interno ha voluto stigmatizzare i tentativi di strumentalizzazione politica dell’attentato: “Chi utilizza questo grave atto intimidatorio per adombrare una qualche responsabilità del Governo offende la verità e le istituzioni, con scarso senso dello Stato”, ha tenuto a precisare, volendo sottolineare di come l’impegno dell’esecutivo nella tutela dei giornalisti sia “totale e non negoziabile”. Piantedosi ha ribadito che la libertà di informazione è “un valore fondante della Repubblica” e che “ogni aggressione contro chi esercita il diritto di cronaca rappresenta un colpo inferto all’intera collettività”.