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Gaza, 17 morti nei raid israeliani. Erdogan: “La Palestina diventi membro Onu”

martedì, 23 Settembre 2025
1 minuto di lettura

Almeno 17 palestinesi sono stati uccisi dall’alba di oggi nella Striscia di Gaza, secondo quanto riferisce l’emittente qatariota Al-Jazeera, che cita fonti sanitarie locali. Quindici delle vittime sono state registrate a Gaza City, dove l’esercito israeliano avrebbe fatto esplodere veicoli militari carichi di esplosivo nei quartieri di Tal al-Hawa e al-Sabra.
Intanto il Presidente turco Recep Tayyip Erdogan, in un messaggio diffuso su X, ha rilanciato con forza la richiesta di riconoscere lo Stato di Palestina come membro a pieno titolo delle Nazioni Unite: “Spero che i Paesi che hanno il coraggio di riconoscere lo Stato di Palestina sostengano questa posizione storica con misure decisive, concrete e deterrenti”. Erdogan ha invocato un cessate il fuoco immediato, l’arrivo senza ostacoli degli aiuti umanitari e il ritiro delle forze israeliane da Gaza, “parte integrante della Palestina”. Il leader turco ha ribadito che i palestinesi devono essere liberi di determinare il proprio futuro politico e ha promesso che la Turchia continuerà a sostenere la nascita di uno Stato palestinese unificato sui confini del 1967, con Gerusalemme Est come capitale.

La Dichiarazione di New York e la Conferenza internazionale

Sul piano diplomatico, un comunicato congiunto saudita-francese ha segnato un nuovo passo nel processo di pace. Il documento, diffuso al termine della Conferenza internazionale di alto livello per la risoluzione pacifica della questione palestinese, ha invitato gli Stati a dare piena attuazione alla cosiddetta ‘Dichiarazione di New York’, approvata con 142 voti favorevoli all’Assemblea Generale Onu. La dichiarazione riafferma l’impegno per la soluzione a due Stati e propone l’invio di una missione internazionale temporanea a supporto della stabilità, su richiesta dell’Autorità Palestinese e con il mandato del Consiglio di Sicurezza.
Il comunicato ha anche sottolineato la necessità di rafforzare le forze di sicurezza palestinesi attraverso programmi già attivi, come la missione americana USSC, la missione europea di polizia EUPOL COPPS e EUBAM Rafah, oltre a favorire l’unificazione politica e amministrativa di Gaza e Cisgiordania sotto l’Autorità Palestinese.

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