È boom dei consumi dei single. Nel 2024 gli acquisti delle famiglie composte da una sola persona hanno superato i 235 miliardi di euro, pari al 26,2% della spesa complessiva degli italiani. Si tratta di 69 miliardi in più rispetto al 2012, quando il totale si fermava a 166 miliardi. A stimarlo è Confesercenti, sulla base di elaborazioni Istat e di un sondaggio Ipsos. La crescita appare inarrestabile: secondo le proiezioni, entro il 2040 la spesa dei consumatori soli arriverà a 287 miliardi, ovvero il 30% del totale nazionale e il 72% in più rispetto al 2012.
A trainare il fenomeno è il cambiamento demografico. Tra il 2012 e il 2024 il numero complessivo di nuclei familiari è salito da 25,9 a 26,5 milioni, ma le tipologie si sono ricomposte: coppie senza figli e single sono oggi il 56,6% del totale, quota destinata a raggiungere il 61% nel 2040. In particolare, i nuclei monocomponente sono passati da 7,6 milioni nel 2012 (29,4%) a 9,7 milioni nel 2024 (36,2%), e sfioreranno i 10,7 milioni (40%) entro il 2040.
Nuove abitudini di consumo
I single non spendono solo di più, ma anche in modo diverso. Più individualizzati e digitalizzati, pranzano o cenano fuori casa almeno due volte a settimana nel 27% dei casi, contro il 21% delle famiglie. Il 13% ricorre al delivery 2-3 volte a settimana, più del doppio rispetto ai nuclei senza figli. La praticità guida le scelte: 20% acquista abitualmente piatti pronti o semipronti, il doppio rispetto alle famiglie più numerose, e l’11% preferisce le monoporzioni (contro il 3% della media). Anche la spesa online è più diffusa: il 9% fa la spesa alimentare via web, tre volte la media nazionale.
Diversa anche la destinazione della spesa: i single investono di più in tecnologia (35% contro 30%) e connettività (60% contro 48%), meno in abbigliamento e cura della persona. Sul fronte dei viaggi, invece, sono più prudenti: 1.543 euro l’anno contro i 2.645 delle famiglie con figli.
Il peso dei pet
Accanto alla riduzione delle famiglie tradizionali, cresce il fenomeno delle “famiglie allargate” agli animali domestici. La spesa complessiva per pet-food, prodotti, servizi e cure veterinarie si aggira tra 6,5 e 7 miliardi di euro l’anno, circa 500 euro per nucleo, superiore al totale destinato ai neonati nel primo anno di vita (3-4,5 miliardi). Nonostante i consumi vivaci, i single restano più vulnerabili. L’assenza di economie di scala costringe a sostenere da soli tutte le spese fisse: l’abitazione assorbe il 41% del budget complessivo, riducendo la capacità di spesa discrezionale.
“Il fenomeno delle micro-famiglie non incide soltanto sulla rete di vendita, ma anche sull’organizzazione dei servizi sociali”, osserva Confesercenti: “Serve una strategia di medio periodo che connetta politiche demografiche, sostegno al reddito e innovazione distributiva”.