Ad agosto l’inflazione in Italia si è fermata all’1,6% su base annua, un livello leggermente inferiore rispetto all’1,7% registrato a luglio. Con inflazione si intende l’aumento generale dei prezzi dei beni e dei servizi rispetto all’anno precedente. In altre parole, il potere d’acquisto delle famiglie cresce meno lentamente, ma resta comunque sotto pressione. Su base mensile, cioè confrontando agosto con luglio, i prezzi sono saliti dello 0,1%.
Energia in discesa e alimentari in rialzo
Il calo dell’inflazione complessiva è dovuto soprattutto all’andamento dei beni energetici. I prezzi dell’energia regolamentata, cioè stabiliti dalle autorità, hanno rallentato passando dal +17,1% di luglio al +12,9% di agosto. Ancora più evidente il calo per l’energia non regolamentata, quella stabilita dal mercato, scesa da -5,2% a -6,3%. In controtendenza, invece, i prodotti alimentari: quelli freschi e non lavorati, come frutta e verdura, hanno registrato un aumento del 5,6%, in accelerazione rispetto al mese precedente. Per i cibi trasformati, come pasta o biscotti, si è osservato un incremento più contenuto del 2,7%.
Il carrello della spesa corre più della media
Particolarmente significativo è l’andamento del cosiddetto “carrello della spesa”, cioè l’insieme dei beni di consumo più frequenti come cibo, prodotti per la casa e articoli per la cura della persona. Ad agosto il suo costo è aumentato del 3,4% rispetto all’anno precedente, in crescita rispetto al +3,2% di luglio. Questo dato indica che, pur rallentando l’inflazione generale, le famiglie si trovano a pagare di più proprio sui beni di uso quotidiano.
Inflazione di fondo e segnali strutturali
Un altro indicatore osservato è l’inflazione di fondo, che esclude le voci più volatili come energia e alimentari freschi per dare un’idea più chiara della tendenza di fondo. Questo dato è salito al 2,1% dall’ormai stabile 2,0% del mese precedente. Significa che, al di là degli andamenti stagionali o degli shock sui mercati energetici, i prezzi in generale continuano a crescere con una certa costanza.
Il turismo spinge nel secondo trimestre
Accanto ai dati sull’inflazione, l’Istat ha pubblicato anche i numeri sul turismo nel secondo trimestre del 2025. Nel complesso si registra un aumento del 4,7% delle presenze, cioè delle notti trascorse nelle strutture ricettive rispetto allo stesso periodo del 2024. Gli arrivi, cioè il numero di turisti che hanno varcato la soglia di alberghi e altre strutture, sono cresciuti dell’1,1%.
Aprile positivo, maggio in calo, giugno in recupero
Guardando ai singoli mesi del trimestre, aprile è stato particolarmente favorevole con una crescita del 6,2% delle presenze e dell’1,1% degli arrivi. A maggio invece si è registrato un calo: meno 2,1% per gli arrivi e meno 3% per le presenze rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. La ripresa è arrivata a giugno, con un aumento del 3,9% degli arrivi e del 9,7% delle presenze, segno che l’inizio della stagione estiva ha riportato i turisti nelle principali località italiane.