Un compleanno trasformato in un grido d’allarme al mondo. Ieri Papa Leone XIV ha festeggiato i suoi 70 anni circondato da auguri provenienti da ogni angolo del pianeta: capi di Stato, leader religiosi, comunità ecclesiali e semplici fedeli. Ma accanto alla gioia per la ricorrenza, il Pontefice ha colto l’occasione per ribadire un monito che da tempo attraversa il suo magistero: “Il divario tra ricchi e poveri ha raggiunto livelli insostenibili. Sessant’anni fa i dirigenti d’azienda guadagnavano da quattro a sei volte di più di un lavoratore. Oggi guadagnano seicento volte tanto. È intollerabile”. L’intervista rilasciata alla giornalista americana Elise Ann Allen per ‘El Comercio’ e ‘Crux’, contenuta nella biografia ‘Leone XIV: cittadino del mondo, missionario del XXI secolo’ (uscita il 18 settembre) ha rivelato un Santo Padre profondamente preoccupato dalle disuguaglianze economiche e sociali che minano la coesione delle società moderne. E non ha esitato a citare un caso emblematico: “Ho letto la notizia che Elon Musk diventerà il primo triliardario al mondo. Cosa significa e di cosa si tratta? Se questa è l’unica cosa che ha valore oggi, allora siamo nei guai”.
Le parole del Vescovo di Roma si inseriscono in una riflessione più ampia sul senso della ricchezza e sull’uso delle risorse globali: “Viviamo in un’epoca di polarizzazione”, ha osservato, “e ciò che spaventa è la perdita di valori fondamentali: la vita umana, la famiglia, la società. Se questi riferimenti vengono meno, cosa resta d’importante?”.
Le Nazioni Unite e la crisi del multilateralismo
Per Leone XIV il punto non è demonizzare la ricchezza, ma ricordare che essa, se disgiunta dalla solidarietà e dalla responsabilità, diventa sterile o addirittura distruttiva: “Se il denaro è l’unico criterio per stabilire il valore di una persona o di una nazione rischiamo di trovarci in un mondo dove la dignità è calpestata e i conflitti sociali si moltiplicano”. Nell’intervista il Pontefice ha anche allargato lo sguardo al contesto internazionale: “Per costruire ponti di pace serve il dialogo e le Nazioni Unite dovrebbero essere il luogo naturale per affrontare molte di queste questioni. Ma purtroppo sembra esserci un riconoscimento generale che le Nazioni Unite, almeno a questo punto, abbiano perso la loro capacità di multilateralismo”.
Un giudizio severo, che rispecchia la crescente difficoltà della comunità internazionale a trovare soluzioni condivise a crisi globali come i conflitti in Medio Oriente, la guerra in Ucraina o la sfida climatica: “Dobbiamo ricordare a noi stessi il potenziale che ha l’umanità di superare la violenza e l’odio che ci stanno dividendo sempre più”.
La sinodalità come metodo e come sfida
Un passaggio centrale dell’intervista alla Allen è stato dedicato al concetto di sinodalità, che Leone XIV considera una delle eredità più preziose del Concilio Vaticano II: “La sinodalità significa che ciascun membro della Chiesa ha una voce e un ruolo da svolgere attraverso la preghiera e la riflessione. Non è un modo per togliere autorità ai vescovi o ai sacerdoti, ma un invito a camminare insieme”. Il Papa ha messo in guardia da un’interpretazione riduttiva: “Non si tratta di trasformare la Chiesa in una sorta di governo democratico. Si tratta piuttosto di vivere la comunione, rispettando la vita della Chiesa per quello che è: una comunità che cammina insieme”.
Nell’intervista non sono mancati toni più leggeri. Alla domanda su quale squadra sosterrà ai Mondiali di calcio del 2026, Leone XIV ha risposto sorridendo: “Probabilmente per il Perù, per via dei legami affettivi, e naturalmente per l’Italia. La gente sa che sono un tifoso dei White Sox, ma come Papa sono tifoso di tutte le squadre”.
Angelus in Piazza San Pietro
La giornata del genetliaco si è intrecciata con la celebrazione liturgica della Festa dell’Esaltazione della Santa Croce. In piazza San Pietro, davanti a decine di migliaia di fedeli, il Papa ha ricordato il significato di quella festa, sottolineando come la Croce, strumento di morte, sia diventata simbolo di vita e di salvezza: “Dio ci ha salvati offrendosi come nostro compagno e maestro fino a farsi Pane spezzato nell’Eucaristia”. Al termine della preghiera mariana, Leone XIV ha ringraziato quanti lo hanno accompagnato con affetto nel giorno del compleanno: «Carissimi, sembra che sappiate, oggi compio settant’anni. Rendo grazie al Signore e ai miei genitori; e ringrazio quanti hanno avuto un ricordo nella preghiera. Tante grazie a tutti”.
I messaggi istituzionali
Il compleanno del Pontefice ha innescato una vera e propria ondata di auguri. Tra i primi a farsi sentire, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Nel suo messaggio ufficiale ha sottolineato che “in questi ultimi anni è cresciuto il timore che il mondo sia avviato lungo un pericoloso crinale, animato da logiche di prevaricazione e segnato da conflitti laceranti. A pagarne il prezzo sono soprattutto le vittime civili”. Il Capo dello Stato ha riconosciuto negli appelli del Papa alla pace e al dialogo una speranza condivisa da milioni di persone: “Dinanzi a tali inquietudini, le donne e gli uomini di buona volontà avvertono con urgenza il bisogno della pace e della giustizia. E guardano con viva speranza ai Suoi pressanti appelli”. Mattarella ha inoltre auspicato di poter accogliere Leone XIV al Quirinale nei prossimi mesi, rafforzando così il legame tra Repubblica e Santa Sede.
Non è mancato l’augurio del Premier Giorgia Meloni, che ha scelto di citare Sant’Agostino: “La speranza ha due bellissimi figli: lo sdegno per le cose che non vanno e il coraggio per cambiarle”. Il Primo Ministro ha evidenziato come il messaggio del Pontefice sia “una guida solida in tempi complessi, dove le certezze vacillano e i cambiamenti sono repentini”.
Le voci della politica e della società civile
Dalla Camera dei Deputati il Presidente Lorenzo Fontana ha ringraziato Leone XIV per “la sua salda guida spirituale e per l’impegno a favore dei cristiani perseguitati”. Dal Senato Ignazio La Russa ha parlato di “magistero autorevole in un tempo dilaniato da guerre”. Il Ministro degli Esteri Antonio Tajani ha definito la sua guida “un esempio di saggezza nella ricerca comune di speranza e verità”. Anche il mondo accademico e sindacale ha voluto esprimere vicinanza. Il Rettore dell’Università Cattolica, Elena Beccalli, ha sottolineato “il ruolo del Pontefice come punto di riferimento per la comunità educativa”, mentre la Segretaria generale della Cisl, Daniela Fumarola, ha rimarcato “il valore delle sue parole sul lavoro come fondamento della dignità della persona”.