Costi-Benefici tra insegnamento-apprendimento a distanza
Il prof. Nuccio Ordine nella sua lunga, meticolosa e, per alcuni versi, anche pignola lezione, mette – per così dire – ‘a nudo’ il sistema scuola a 360º: reclutamento e retribuzione degli insegnanti, infrastrutture, didattica a distanza e differenze tra scuola statale e privata anche con modelli di altre Nazioni.
Per rafforzare le sue idee, il prof. Ordine cita studi e ricerche fatte dal suo collega Adolfo Scotto Di Luzio, (cl. 1967), professore ordinario di Storia della Pedagogia presso l’Università di Bergamo, affermando: “Io vi parlo di un libro molto serio, che ha fatto un’analisi di queste cose. Un libro di Adolfo scotto di Luzio che è un esperto, ha analizzato gli investimenti che in Inghilterra, nel mondo, nell’area britannica, sono stati fatti nelle scuole.” “…Che cosa si è capito? che l’unica cosa sicura di questi soldi spesi è che il digitale ha avuto un impatto straordinario sul volume di affari delle imprese. Questa è stata una cosa sicura, ma nessuno, nessuno degli Ispettori, nessuna delle relazioni è riuscita a rispondere alla domanda cruciale: È vero che gli studenti imparano meglio, e di più, avvalendosi delle risorse multimediali e del materiale didattico online? I resoconti offrono dati quantitativi sulle forniture di strumenti didattici, sulla presenza nei curricula delle tecnologie, sulle connessioni in rete, ma non spiegano gli effetti che la scuola digitale produce sulla mente degli studenti e sulla loro capacità di apprendere veramente.” Ed in merito parla di ‘studenti già intossicati dal digitale’. “Esistono degli studi di psichiatri americani che dicono che gli studenti stanno 10 ore al giorno davanti a un computer; smanettano continuamente.”
L’obsolescenza programmata
Il prof. Ordine fa notare come un semplice telefonino per uso personale, dopo sei mesi, sarebbe già superato dal progresso tecnologico. Analogamente sposta il ragionamento nell’ambito didattico e prosegue dicendo: “Allora la scuola diventa un pozzo senza fondo, dove tu ogni anno, a questi signori dei multimedia, devi dare dei nuovi soldi per comprare gli aggiornamenti dei programmi di tutto, tenendo presente che adesso tutto si fa, tutta la produzione tecnologica è fatta con un ‘metodo dell’obsolescenza programmata’, cioè dell’incompatibilità di quello che viene dopo con quello che viene prima e, quindi, significa che tu, tutta la vita, devi dare soldi a questi qua, all’infinito. E se ti fermi sei fottuto. Allora possiamo pensare che questo sia un metodo giusto in un momento di crisi economica?”
Stipendi dei professori
“Se i professori fossero pagati bene, se tutte le cose fossero a posto, facciamola pure ‘sta pazzia’, però in un momento in cui si tagliano i fondi alle Scuole, all’Università, ha un senso investire massicciamente in questa direzione? E allora è quello che io voglio dire: è che la vita di uno studente non la cambia un computer; non la cambia una piattaforma digitale; la cambia solo un buon professore e questa è una verità; non ci sono altre alternative. Allora immaginare tanto denaro in un contesto in cui gli stipendi dei professori – è stato ribadito più volte – sono ridicoli -; in cui il numero dei professori è insufficiente e costringe a creare delle classi accorpate. Le classi accorpate a cosa è servita? A diminuire il corpo insegnante. Noi dovremmo aumentare il corpo insegnante e fare le classi dove un professore può seguire. Nelle scuole private in America, dove hanno sfasciato le scuole di Stato, se tu vai in una scuola di Stati, in un liceo, esci analfabeta totale. In America però se tu hai i soldi e paghi, vai in una classe con un professore e 5 alunni; “…però devi pagare 40.000 € all’anno per far studiare tuo figlio; è una cosa elitaria.”
Stefano Paleari ingegnere (classe 1965)
Anche per lo stato delle infrastrutture il prof. Ordine richiama quanto scrive l’ingegnere Paleari, professore di Analisi dei Sistemi Finanziari e Public Management presso l’Università degli Studi di Bergamo e ivi successivamente Rettore, nel suo libro
‘La guerra non dichiarata’ “…in cui dimostra lo stato di fatiscenza delle infrastrutture. È uno dei grandi problemi; lui porta i dati che il ministero stesso ha offerto; abbiamo un numero di scuole dove questo problema è un problema enorme, un problema gravissimo e, soprattutto, dove si spendono i soldi, molto male, per la cosiddetta formazione.”
Il paradosso
Il prof Ordine commenta quello che lui definisce ‘altro paradosso’ e così espone: “Se voi vedete i bandi i bandi che si fanno concorsuali . Tu vuoi digitalizzare una biblioteca? Tutti i soldi che vuoi. Vuoi digitalizzare i manoscritti di una Coin? Tutti i soldi che vuoi. Vuoi digitalizzare le opere d’arte? Ti danno tutti i soldi che vuoi. Ma io mi chiedo: Non è una contraddizione in termini? Una società che ti dice: Digitalizziamo i manoscritti dell’Ambrosiana di Milano e dopo non formiamo le persone che possono leggere i manoscritti perché gli diciamo che studiare paleografia non serve a niente; studiare filologia non serve a niente. Questa è la contraddizione; allora significa che sono operazioni commerciali, non sono operazioni culturali; servono ad arricchire l’industria – ancora una volta – dell’informatica che oggi è diventata il potere numero 1, nel senso che sono loro che detengono il potere. Non contano i politici, non conta niente, sono loro che comandano e dettano le leggi.”
Crisi energetica
Sostiene di essere in completo disaccordo sulle opinioni della chiusura delle scuole al sabato “….per il problema della crisi energetica.” E in merito suggerisce che: “Le scuole vanno mantenute aperte più di tutto, perché è lì che noi dobbiamo investire. Mentre si pensa che i soldi messi nelle scuole siano soldi buttati, ma quando, invece, sono soldi buttati a mare i molti investimenti sul digitale che si fanno, che non servono.”
Il Prof. Nuccio Ordine si racconta in merito all’uso del cellulare in classe
“Io ho una classe, insegno in un anfiteatro a Cosenza con 350 posti. Il primo giorno di lezione entro in classe, prendo il mio cellulare e lo spengo. Dico: ‘ragazzi bisogna spegnere il cellulare in classe, lo dovete. Se io sento, ti sbatto fuori.’ Questo è un gravissimo fenomeno; la tecnologia rende schiavi; noi dovremmo disintossicarci a scuola; ai nostri figli dovremmo insegnare di chiudere il cellulare. “….esistono delle malattie di disturbo del sonno negli studi; perché anche la notte loro lasciano il telefono acceso…” “…se chiudono il telefono è come se gli spegnessimo la vita. “
Ma allora la scuola che deve fare? Deve continuare a incentivare queste cose? Deve far capire agli studenti che esistono delle cose più belle. Quando io chiedo ai miei studenti certe volte: ragazzi quanti di voi sono su Facebook ? Tutte le mani alzate. Mi potete spiegare perché avete un profilo fake? Si alza dal fondo la mano: ‘professore senza Facebook io non avrei potuto avere 1500 amici.’ Allora che significa? Che i ragazzi credono oggi nella banalizzazione di questo mondo: che l’amicizia è un click.”