I nuovi dati diffusi dall’Istat certificano un’emergenza che tocca direttamente famiglie, scuole e sanità: in Italia i prezzi dei generi alimentari sono cresciuti del 30% rispetto al 2019, con un’accelerazione drammatica tra la fine del 2021 e i primi mesi del 2023. Un incremento che non pesa solo sul carrello della spesa, ma anche su un settore strategico come la ristorazione collettiva, chiamata ogni giorno a garantire pasti a studenti, pazienti, lavoratori e comunità. Le aziende del comparto, già colpite dall’aumento dei costi energetici e delle materie prime, oggi si trovano strette tra prezzi fuori controllo e contratti pubblici che non consentono adeguamenti reali.
“Questi numeri vanno oltre la realtà che denunciamo da tempo – spiega Massimo Piacenti, Presidente di Anir Confindustria –. L’aumento dei prezzi alimentari non trova riscontro nei meccanismi di revisione previsti dal Codice degli Appalti, che non consentono di coprire i costi di produzione. Così le imprese sono costrette a garantire servizi pubblici essenziali in completo disequilibrio economico”.
Sistema delle gare
Il nodo è proprio il sistema delle gare: la normativa attuale non prevede l’adeguamento automatico dei contratti alle oscillazioni dei prezzi, lasciando le aziende in balia dell’inflazione. “Non è più rinviabile – avverte Piacenti – che le stazioni appaltanti assumano come inderogabile l’obbligo di garantire l’equilibrio contrattuale per tutta la durata dei servizi”. L’associazione richiama l’attenzione delle istituzioni su un settore labour-intensive, che dà lavoro a decine di migliaia di persone e rappresenta un pilastro del welfare nazionale. “Serve ripristinare un meccanismo obbligatorio e automatico di revisione dei contratti, legato agli indici dei consumi e applicato in modo coerente ed efficace”, aggiunge Piacenti.
Una prima risposta potrebbe arrivare dal Tavolo dei Servizi istituito al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, presieduto dal Viceministro Edoardo Rixi. “Ci aspettiamo – conclude Piacenti – che a breve si intervenga sulla norma. L’urgenza è tale che servono soluzioni condivise e concrete per evitare il collasso del settore”.