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Decreto lavoro, prove di intesa tra governo e parti sociali

La Ministra Calderone: “Collaborazione positiva”. Critiche dalla Cgil, aperture da Cisl e Uil
mercoledì, 10 Settembre 2025
3 minuti di lettura

Si stringono i tempi per il nuovo decreto legge sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Al Ministero del Lavoro, nella sala dedicata a Massimo D’Antona, si è svolta ieri una nuova riunione del tavolo di confronto permanente tra governo e parti sociali.

L’incontro è servito a discutere gli ultimi interventi sul testo del provvedimento, che dovrebbe essere finalizzato nelle prossime settimane e portato in Parlamento entro la fine di settembre. “L’obiettivo”, ha sottolineato la Ministra Marina Calderone, “è mettere in campo ulteriori iniziative concrete per contenere i rischi di infortunio e promuovere efficaci campagne di sensibilizzazione. Il decreto accoglie diverse proposte avanzate dalle parti sociali e potrà essere migliorato in sede parlamentare. È un testo che dà evidenza dello spirito di collaborazione emerso in questi mesi”.

Le novità del provvedimento

Il decreto in discussione introduce misure per rafforzare la prevenzione, a partire dalla formazione. Si punta a rendere più incisivi i percorsi didattici sul rischio, non solo per i lavoratori e i loro rappresentanti, ma anche per gli studenti coinvolti nei progetti di alternanza scuola-lavoro. Per loro il testo prevede un’estensione della copertura assicurativa anche agli spostamenti casa-scuola, spesso esclusi dalle tutele.

Un altro fronte riguarda la digitalizzazione: attraverso il ‘Fascicolo sociale e lavorativo del cittadino’ e la piattaforma Siisl sarà possibile tracciare la formazione in materia di sicurezza, così da rendere più efficace l’attività di controllo. In discussione anche l’introduzione di un badge elettronico che certifichi il percorso formativo e il contratto applicato al lavoratore, misura che secondo il governo potrà rafforzare la prevenzione soprattutto nei settori a più alto rischio.

Novità attese anche sul piano normativo: il Testo unico sicurezza sarà integrato con un capitolo dedicato alla violenza e alle molestie sul lavoro, mentre le linee guida sullo stress lavoro-correlato saranno aggiornate alla luce delle trasformazioni tecnologiche e organizzative che stanno cambiando i processi produttivi.

Le novità arrivano in un momento drammatico: solo nella giornata di lunedì si sono registrati quattro morti sul lavoro. Un dato che fotografa l’urgenza del tema. Nel 2023, secondo l’Inail, sono state oltre 1.000 le vittime e i primi mesi del 2024 confermano un trend allarmante. Per i sindacati, la scia di sangue rende necessarie scelte più coraggiose.

Le critiche della Cgil

La Cgil ha ribadito la propria insoddisfazione. La Segretaria confederale Francesca Re David ha parlato di “interventi limitati, che non affrontano in modo adeguato le emergenze reali”. In particolare, ha evidenziato la mancata introduzione di misure per la qualificazione delle imprese, considerate tra i principali fattori di rischio: “La maggior parte degli incidenti avviene in aziende non qualificate. Eppure il decreto non tocca questo nodo centrale”.

Altra criticità riguarda il sistema dei controlli. “Il provvedimento non interviene sulla carenza cronica di ispettori né prevede una revisione del sistema degli appalti, nonostante gli impegni presi dal governo per garantire maggiore trasparenza e sicurezza. Inoltre non viene rafforzato il ruolo dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza e dei responsabili dei servizi di prevenzione e protezione, figure che invece dovrebbero essere centrali”.

Le aperture della Cisl

Diversa la posizione della Cisl. Il Segretario confederale Mattia Pirulli ha definito positivo il ritorno al confronto con il governo, “un passaggio indispensabile per rafforzare la prevenzione e la tutela delle lavoratrici e dei lavoratori”. Pirulli ha ricordato come il decreto introduca novità “rilevanti” sugli infortuni in itinere per studenti, sullo stress lavoro-correlato e sul badge elettronico. La Cisl ha chiesto anche una revisione del repertorio degli organismi paritetici, che gestiscono gran parte della formazione in materia di sicurezza. “Occorre garantire il controllo sulla corretta titolarità e rafforzare le ispezioni nei luoghi di lavoro. Salute e sicurezza devono essere il primo tassello del patto sociale che la nostra confederazione ha proposto”.

Le richieste della Uil

Sulla stessa linea anche la Uil, che con la Segretaria confederale Ivana Veronese ha accolto con favore l’introduzione del badge elettronico e l’attenzione alla violenza e alle molestie sul lavoro. “Sono segnali importanti, ma restano aperti nodi rilevanti, a partire dalle risorse”. La sindacalista ha ricordato come i 600 milioni annunciati dal Premier Giorgia Meloni il 1° maggio non abbiano ancora trovato una destinazione concreta: “Abbiamo fatto molte proposte su come utilizzarli, ad esempio per rafforzare le prestazioni a favore dei superstiti delle vittime e per incrementare la formazione, anche attraverso i fondi interprofessionali. Ma al momento non vi è chiarezza”.

Veronese ha inoltre sollecitato il coinvolgimento del Ministero della Salute, “attore imprescindibile nella prevenzione e nel coordinamento delle attività ispettive delle Asl”, e ha ribadito l’urgenza di affrontare il tema degli appalti e subappalti, rinviato a un successivo tavolo.

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