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Interferenze sul volo di von der Leyen, la Nato rafforza la difesa cyber

Rutte: “Minacce ibride sempre più pericolose”. Tajani: “Grave se emergesse un coinvolgimento russo”
mercoledì, 3 Settembre 2025
2 minuti di lettura

L’episodio che ha coinvolto l’aereo della Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen mentre sorvolava lo spazio aereo bulgaro continua a far discutere e ad allarmare le cancellerie europee.

Facendo un passo indietro, da ricordare che domenica scorsa il velivolo è stato interessato da disturbi al segnale Gps, un fenomeno sempre più frequente negli ultimi mesi nei cieli dell’Europa orientale e settentrionale, spesso attribuito a operazioni di disturbo elettronico provenienti dalla Russia.

A parlarne apertamente (e anche duramente) è stato ieri il Segretario generale della Nato Mark Rutte che in conferenza stampa in Lussemburgo, insieme al Premier del Granducato Luc Frieden e alla Ministra della Difesa Yuriko Backes, ha assicurato che l’Alleanza “prende la questione molto seriamente” e che è già in corso un rafforzamento delle misure contro le cosiddette minacce ibride.

Ho sempre odiato la parola ‘ibrido’ perché suona tenera, quasi innocua”, ha spiegato Rutte. “Ma in realtà indica fenomeni molto concreti e potenzialmente devastanti: bloccare un aereo commerciale può avere effetti disastrosi; organizzare un tentativo di assassinio contro un grande industriale in un Paese alleato; lanciare attacchi informatici ai sistemi sanitari, come avvenuto nel Regno Unito. Non si tratta di piccoli incidenti, ma di azioni che hanno un impatto enorme sulla vita delle persone e sulla sicurezza delle nazioni”. Il leader dell’Alleanza ha poi sottolineato come l’accumulo di forze militari russe non sia “per le parate a Mosca”, ma “per essere usato, in Ucraina o altrove”.

Le reazioni italiane

Antonio Tajani, Ministro degli Esteri
Antonio Tajani, Ministro degli Esteri

In Italia il caso ha continuato a generare tante reazioni. Il Vicepremier nonché Ministro degli Esteri Antonio Tajani ha invitato alla cautela: “Bisogna attendere l’esito delle indagini. Certo, se fosse stato un atto deliberato dei tecnici russi sarebbe grave e preoccupante. Ma finché non ci sono prove, serve prudenza”.

Molto più dura la posizione delle opposizioni. Il leader di +Europa, Riccardo Magi, ha parlato esplicitamente di “cyberattentato del Cremlino” e ha accusato il governo Meloni di non essere coerente sulla linea da tenere nei confronti della Russia. «È opportuno che all’interno del Consiglio dei Ministri sieda un partito che mantiene un accordo con Russia Unita, come la Lega di Matteo Salvini? Giorgia Meloni deve chiarire, perché ne va della sicurezza nazionale”.

Il riferimento è all’accordo di collaborazione politica siglato anni fa tra il partito di Salvini e la formazione di Putin, un legame che periodicamente riemerge come tema di dibattito politico. Magi ha anche messo in guardia sul ruolo del Generale Vannacci, oggi Vicesegretario della Lega, accusato di aver minimizzato le responsabilità di Mosca: “Questo non è uno scherzo. È necessario sapere se le informazioni riservate in Consiglio dei Ministri siano davvero al sicuro».

La posizione della Bulgaria

Sorprende, invece, la scelta della Bulgaria, Paese sorvolato dall’aereo di von der Leyen al momento delle interferenze. Il Primo Ministro Rossen Jeliazkov ha dichiarato che non vi sono motivi per aprire un’inchiesta: “Queste interferenze non sono classificate come minacce ibride o informatiche”, ha detto ai giornalisti a Burgas, durante un evento sull’introduzione dell’euro. Una posizione che stride con l’allarme lanciato da Bruxelles e dalla Nato e che rischia di aprire un fronte di frizioni tra alleati.

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